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Il tour celtico di Malan, il senatore cantante con l'Irlanda nel cuore

La passione dopo lo stesso intervento del Cav. "Così trasmetto il mio amore per la libertà"

Il tour celtico di Malan, il senatore cantante con l'Irlanda nel cuore

Roma - Pochi lo sanno, ma oltre ad essere un senatore di Forza Italia, Lucio Malan è anche un cantante che fa concerti in giro per l'Italia. L'ultimo domenica sera, nel comune di Cingoli, nelle Marche, al Festival europeo delle Vie Francigene. Musica celtica, roba da intenditori.

Una passione vera per lui, che ha sempre amato cantare, nata per caso nel 2010 quando durante un periodo di convalescenza, dopo aver subito la stessa operazione di Silvio Berlusconi, aveva cominciato ad esercitarsi con una piccola arpa che gli aveva prestato un amico, lo stesso che poco dopo, a sorpresa, lo avrebbe incoraggiato ad esibirsi in pubblico cantando Streets on London.

Da allora Malan non ha mai smesso di fare concerti con il gruppo del suo amico, Enrico Euron. Quello dell'altra sera era il numero 57. Anche se pochi colleghi lo conoscono in questa doppia veste di senatore-cantante. Soltanto una volta ha cantato ad una festa della collega Paola Pelino, ma tutt'altro genere, un'intramontabile My way. «In questa musica c'è un po' di tutto - spiega Malan - punk, rock, classica. E ci sono diverse canzoni moderne che devono molto alla celtica. Scarborough Fair di Simon&Garfunkel, per esempio, in realtà è un'antichissima melodia irlandese. Così come Il ciliegio di Angelo Branduardi, splendida traduzione di una vecchia canzone irlandese. Noi cerchiamo di rimanere sul versante tradizionale, rispettando la versione originali, seppur nella consapevolezza che siamo nel XXI secolo. Nel repertorio c'è l'amore romantico, quello per la patria e per la libertà, la celebrazione del passato e della bellezza della terra. Valori universali, dunque, che travalicano i confini e si adattano ad ogni paese». Ad ascoltarlo mentre racconta della sua musica viene voglia di andarlo a sentire. «L'importante per me è trasmettere emozioni e per farlo non serve aver studiato al Conservatorio, basta cantare in modo espressivo, senza troppi virtuosismi. Questo la gente lo capisce e alla fine dei concerti viene a ringraziarci». Ma chi è il pubblico di questi spettacoli? «Gente appassionata del settore, innanzitutto. Persone che vengono perché mi conoscono, ma anche curiosi che arrivano senza saperne nulla e alla fine vanno via contenti».

Per lo più questa musica si può apprezzare nell'ambito di piccoli eventi organizzati dal comuni o di rassegne specialistiche come quella di musica celtica in Valle d'Aosta, con un pubblico più vasto. Concerti in Umbria, a Napoli a Roma. Anche all'estero, talvolta. «Ma a questi purtroppo io non posso partecipare, perché l'impegno è incompatibile con i lavori parlamentari». Canta per lo più in inglese e in gaelico, Malan. Ma anche in italiano e in napoletano. Al prossimo concerto, il 10 settembre, a Torino, canterà un brano scritto da lui tre anni fa in occasione della nascita di sua figlia. Due sere fa, invece, per la prima volta ha suonato il clavicembalo. «La musica - dice - mi riconcilia con me stesso e con l'armonia. Consiglio anche a Berlusconi di cantare per recuperare dopo l'intervento al cuore, aiuta ad esercitare il respiro.

E poi lui a cantare è bravissimo».

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