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Stato-mafia, Napolitano sarà teste. Il Presidente: "Nessuna difficoltà"

Per i giudici della Corte d’Assise di Palermo l’audizione appare né superflea né irrilevante

Stato-mafia, Napolitano sarà teste. Il Presidente: "Nessuna difficoltà"

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano deporrà al processo per la trattativa tra Stato e mafia. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Assise di Palermo che hanno così accolto la richiesta avanzata dai pm nell’ultima udienza. Napolitano era già stato citato come teste il 17 ottobre 2013 e, attraverso una lettera alla Corte d’assise, aveva fatto sapere di non avere nulla da riferire sulla questione. La deposizione, chiesta dai pm, era già stata ammessa, ma dopo la lettera inviata ai giudici da Napolitano, alcuni legali ne avevano chiesto la revoca.

La Corte d’assise di Palermo, sciogliendo favorevolmente la riserva sulla richiesta di sentire il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avanzata dai pm del processo Stato-mafia, ribadendo la necessità di ascoltarlo, "ha già ritenuto che l’audizione appare né superflea né irrilevante", ha spiegato il giudice Montalto. Alcune difese - dopo la lettera spedita dal Capo dello Stato - avevano chiesto di rinunciare all’audizione di Napolitano. Oggi, sciogliendo la riserva, la Corte di assise ha confermato che "deve darsi corso alla testimonianza". Da stabilire la data della deposizione che dovrà avvenire a Roma.

Il Presidente della Repubblica ha parlato nel pomeriggio, dicendo i prendere atto "dell'odierna ordinanza della Corte d'assise di Palermo.

Non ho alcuna difficoltà a rendere al più presto testimonianza, secondo modalità da definire, sulle circostanze oggetto del capitolo di prova ammesso".

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