Cronache

Treni, negozi, ascensori. Se per Fido non c'è posto

Cesare, anziano Labrador malato ma costretto in casa dai condòmini, commuove il web. E la Brambilla lancia la campagna "Sempre con me"

Treni, negozi, ascensori. Se per Fido non c'è posto

Se vige una regola, in questo paese di selvaggia anarchia, è che troppi politici non tengano minimamente conto di quanto gradirebbero i cittadini che da loro sono governati per una momentanea fiducia, generalmente conferita sulla base di promesse elettorali che, un tempo, si sarebbero definite «da marinaio» e oggi sono invece a tutti gli effetti «da politico».Prendete gli animali. Sul web spopola la storia del povero Cesare, un vecchio Labrador artritico di 13 anni che, nonostante il certificato medico, obbliga i due proprietari che con lui vivono in una palazzina di La Spezia, a portarlo giù per quattro ripide rampe di scale a braccia, perché il regolamento condominiale vieta l'uso dell'ascensore ai cani. Da una parte escono sentenze che permettono di tenere il cane in condominio, poi finisce che il regolamento condominiale impedisce al cane malato di usare l'ascensore. Tipica schizofrenia (anzi, imbecillità in questo caso) italica, cui sta cercando di mettere freno l'onorevole Michela Vittoria Brambilla che da anni porta avanti battaglie per i diritti animali. «Appoggiata anche dall'Associazione nazionale Comuni italiani - afferma la Brambilla - ho cominciato con i parchi, le spiagge e gli esercizi pubblici, per poi arrivare a un'altra rivoluzione: le Frecce di Trenitalia. Grazie all'accordo che ho firmato con le nostre Ferrovie dello Stato, oggi viaggiare in treno anche con un cane di media-grossa taglia non è più un problema». Ed eccola ora impegnata nella campagna «Sempre con me» che ha promosso per aprire le porte dei supermercati e dei centri commerciali anche agli amici a quattro zampe. Lanciata lo scorso dicembre assieme al direttore commerciale del gruppo Conad Adriatico, che ha addirittura predisposto carrelli della spesa con spazio dedicato ai cani, l'iniziativa sta riscuotendo grande successo da nord a sud presso i gruppi della grande distribuzione che hanno risposto in modo favorevole a questa esigenza dei consumatori. Un grande successo dunque per una ventata di civiltà che speriamo non venga lasciata alla sensibilità del singolo, ma diventi una regola strutturale e nazionale.

Eppure secondo i dati del recente rapporto Eurispes, l'Italia si conferma, almeno a parole, come uno dei paesi più pet friendly. Quasi la metà degli italiani vive con un animale domestico (43,3 per cento) e in due case su dieci ce n'è più di uno. I cani sono ancora gli animali preferiti (60,8), cui seguono i gatti.(49,3).Per quanto riguarda le spese che i nostri connazionali affrontano nella gestione del pet la maggioranza dei proprietari (38,6%) riesce a non oltrepassare la media dei 50 euro al mese e oltre il 35 per cento contiene le spese entro i 30 euro. Solo il 19 per cento spende fino a 100 euro per alimentare e curare il proprio animale, mentre una netta minoranza può permettersi una spesa maggiore, fino all'1,4 che affronta e supera i 300 euro mensili. E l'etica? Pur essendo il dato in leggera flessione, l'80,7 per cento degli italiani rimane solidamente contrario alla vivisezione e il 68,5 si dichiara contro la caccia. Uguale tendenza per chi è contrario alle pellicce (86,3), mentre aumenta fino al 71,4 chi vorrebbe abolire la pratica dell'utilizzo di animali nei circhi e chi è contrario ai giardini zoologici (54,9). Cresce nettamente (oltre 12 punti percentuali) chi desidera una maggiore accoglienza per gli animali d'affezione nelle strutture alberghiere e si arriva a un +13 per chi è d'accordo sull'accesso degli animali da compagnia in luoghi pubblici (69,9). Dati che dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, che gran parte degli italiani vive in una sorta di simbiosi sempre più stretta con il proprio pet e che i cosiddetti diritti degli animali non sono più una faccenda da anziane signore che ne parlano annoiate durante il tè del pomeriggio, ma un desiderio forte che pervade l'anima dell'«uomo qualunque».

Ma non di certi politici.

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