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La Trenta fa l'ambientalista per conservare la poltrona

Difesa a rischio tagli e lei pensa alla base «green» di Gibuti

La Trenta fa l'ambientalista per conservare la poltrona

Svolta «verde» al ministero della Difesa. Il ministro Elisabetta Trenta sbandiera la «vittoria» ambientalista delle Forze armate italiane. Dopo il Piave, El Alamein e il sangue e sudore versato nelle missioni all'estero negli ultimi decenni viene annunciata trionfalmente la certificazione di «base verde» per il nostro distaccamento logistico a Gibuti. Trenta in versione ecologista ne parla addirittura alla riunione dei ministri della Difesa ad Helsinki del 28 e 29 agosto. Uno dei temi era il cambiamento climatico, ma nell'ottica di nuove tensioni, conflitti e migrazioni, che potrebbe provocare nel sud del mondo. Non di pannelli solari e gestione delle acque di scarico di un piccolo distaccamento. Il certificato del ministro dell'ambiente di Gibuti di «base verde» è una medaglia di latta. E trasformarla in una bandiera al vertice di Helsinki, dove sul tappeto c'era il nodo della nascente Difesa europea, è a dir poco imbarazzante.

Soprattutto se teniamo conto dei problemi ben più gravi sul tavolo del ministro della Difesa a cominciare dal bilancio delle Forze armate in vista di una finanziaria lacrime e sangue. E la distanza siderale dal 2% del Pil previsto per tutta la Nato. Prima di base verde a Gibuti il ministro dovrebbe parlare di più delle missioni come quella afghana dove stanno tornando i talebani. Negli ultimi tempi una decina di attacchi hanno riguardato da vicino i resti del nostro contingente, ma l'argomento, poco ambientalista, è tabù. Oppure Trenta dovrebbe farci sapere che fine farà l'operazione mezza defunta in Niger, che doveva servire a tamponare la frontiera con la Libia porta d'ingresso dei migranti. Non siamo neanche riusciti ad ottenere dal governo locale la concessione del terreno per costruire la nostra base.

Prima sarebbe meglio per le Forze armate avere mezzi nuovi, più soldi per l'addestramento e per il soldato del futuro. Dopo si può pensare alla campagna «verde», che prende spunto dalla moda del momento lanciata dall'ultima eroina radical chic, Greta Thunberg. Dai fiori nei cannoni al «soldato ecologico», che interviene senza sporcare, al posto del ruolo combat di un esercito degno di questo nome.

La sparata verde di Trenta è in linea con il programma ambientalista giallorosso del Conte bis nella speranza di restare attaccata alla poltrona se nascerà un nuovo esecutivo. Ben più serio e grave l'accenno da Helsinki alla missione Sophia. «Ne ho parlato con il ministro tedesco su come riattivarla» ha dichiarato il capitano della riserva selezionata al vertice della Difesa.

In nome del nuovo corso targato Pd ed estrema sinistra, Trenta vuole ricominciare a usare le navi militari per fare sbarcare i migranti in Italia.

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