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Tria avverte il governo: reddito di cittadinanza soltanto se a costo zero

Il ministro lancia anche una task force per capire come introdurre la «flat tax»

Tria avverte il governo: reddito di cittadinanza soltanto se a costo zero

Reddito di cittadinanza da finanziare rimodulando altre misure, quindi quasi a costo zero. Poi pressione fiscale da ridurre ma «compatibilmente con gli spazi finanziari che si renderanno disponibili». Il ministro dell'Economia Giovanni Tria non perde l'occasione per mettere il contratto di governo gialloverde dentro i binari delle compatibilità finanziarie.

Parlando in commissione Finanze del Senato, il ministro ha ripercorso uno a uno tutti i paletti piantati nelle ultime settimane. Ha spiegato ad esempio che il sussidio caro al M5s «non costa». Perché sarà finanziato con «strumenti di welfare già esistenti». Confermata quindi la trasformazione del reddito di inclusione varato dai governi di centrosinistra, del quale erediterà le coperture. Dal punto di vista finanziario il reddito di cittadinanza «non può essere considerato addizionale ma in parte sostitutivo» di altre misure. Si dovrebbe quindi parlare di «costo differenziale» il cui ammontare dipenderà «dal disegno specifico della norma».

Sulla flat tax, il ministro ha difeso l'idea di base. La tassa ad aliquota unica è «in armonia con i principi costituzionali di progressività dell'imposta. Principi che invece l'attuale struttura dell'Irpef fa difficoltà a garantire». Per realizzarla ha confermato di avere avviato «una task force con l'obiettivo di analizzare i profili di gettito e distributivi del sistema». Un progetto ancora in embrione quindi.

Conferme sull'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive. Ma tutto «verrà portato avanti mantenendo il necessario percorso di riduzione del debito pubblico ed evitando inversioni di tendenza nel percorso di aggiustamento del saldo strutturale».

La flat tax deve superare anche ostacoli di tipo politico. Poco gradita dal M5s. Forza Italia conferma infatti che farà parte del pacchetto di proposte del partita. «Giovedì presenteremo la nostra proposta di legge sulla flat tax, che è perfettamente progressiva, ad aliquota unica al 23%, con una no tax area a 12mila euro decrescenti, che garantiscono appunto la progressività, con deduzioni e detrazioni legate a mutui, figli e sanità», ha annunciato Renato Brunetta.

Tria ha confermato l'intenzione di alleggerire il vincolo del patto interno di stabilità sugli investimenti: «Stiamo lavorando per sbloccare entro il mese alcuni fondi ingenti per investimenti a livello centrale e locale».

Sarà confermata la scadenza dell'obbligo della fattura elettronica. Dal primo gennaio «costituirà un obbligo generalizzato anche nelle cessioni tra privati». Confermata anche l'intenzione di modificare parzialmente la riforma del credito cooperativo. «La riforma è il prodotto di un'ampia discussione con la grande maggioranza del mondo del credito cooperativo che vuole andare avanti», ha spiegato

Tria sottolineando che il governo è «pronto ad affrontare i ritocchi necessari». Ma una moratoria generale «significa azzerare la riforma alla quale hanno aderito gran parte delle banche del credito cooperativo e una prospettiva di questo tipo appare complicata».

In generale Tria si è mostrato relativamente tranquillo sulle prospettive di crescita.

L'economia italiana registra «tassi positivi» ma «a ritmo lievemente inferiore a quello medio del 2017» e «per l'anno in corso appare ancora possibile conseguire una crescita non lontana da quella programmata, anche se il quadro fa prevedere un rallentamento e una lieve revisione al ribasso per l'andamento delle esportazioni e della produzione».

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