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Tria lancia l'allarme spread "Così non reggiamo a lungo"

Il ministro sul differenziale Btp-Bund: può creare problemi alle banche. Il M5s lo attacca per le sue critiche a Casalino

Tria lancia l'allarme spread "Così non reggiamo a lungo"

Si è presentato a Porta a Porta e ha impersonato un Giovanni Tria che non assimiglia affatto alla popolare imitazione di Crozza. Per una volta non ostaggio della maggioranza, ma ministro con una posizione su temi chiave diversa da quella di M5s e Lega.

Al programma di Bruno Vespa ha ammesso che la tenuta del debito pubblico italiano è tutt'altro che scontata. A testa bassa, questa volta in un'intervista a Famiglia Cristiana, anche contro il portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino, che ha accusato di dire «volgarità» riaprendo la guerra con il M5s che fino a ieri non era così palese.

A un giorno dalla bocciatura della Ue, Tria ha difeso la manovra. Ma ha ammesso che il Paese non può reggere tassi sui titoli di debito pubblico così alti. Lo spread a 320, non è la febbre «a 40 ma neanche a 37. È un livello che non possiamo mantenere molto a lungo, non tanto per l'impatto sugli interessi», visto che il debito è «solido» e la scadenza media dei titoli di sette anni. «Ma uno spread alto pone un problema per il sistema bancario, per la parte più debole».

È la preoccupazione che gli addetti al settore conoscono bene. La patrimonializzazione delle banche è messa a rischio dalla svalutazione dei titoli di stato e a farne le spese potrebbero essere gli istituti di credito già a rischio.

Il governo, ha annunciato Tria, sta pensando a interventi. «Ci saranno gli stress test nel prossimo mese, lì si vedrà la situazione e lì vedremo come intervenire».

Anche quando si tratta di individuare le responsabilità, Tria non fa sconti a governo e maggioranza. «Il problema è l'incertezza politica, cioè dove l'attuale governo vuole andare a finire, incertezza che porta a ribadire che nessuno mette in discussione l'euro». È la vecchia polemica con le dichiarazioni anti Europa di esponenti della maggioranza.

Ma sulla manovra, Tria non cambia linea. Il giudizio dei mercati conta più di quello di Bruxelles. La bocciatura Ue del Documento programmatico di bilancio è ingiustificata. La lettera non è stata «molto meditata dalla Commissione europea. Mi ha lasciato perplesso e anche sorpreso per alcune valutazioni superficiali e addirittura per aver valutato negativamente provvedimenti che nemmeno ci sono» e «che saranno stati visti sui giornali». Riferimento alla riforma delle pensioni che in realtà è contenuta nel cronoprogramma. «Forse - ha aggiunto - è stata scritta un po' in fretta».

Su eventuali cambiamenti in corsa dell Bilancio 2019 Tria non chiude la porta. Dice che non c'è un piano B. Ma poi precisa: «Monitoreremo quello che accade» sui mercati «sarà un'analisi razionale della situazione nella quale decideremo cosa fare». Come dire, se dovessero emergere nuovi elementi, scatteranno quelle salvaguardie che lo stesso ministro ha incluso nella ultima lettera a Bruxelles.

Toni durissimi contro Casalino. A scatenare la risposta di Tria una domanda di Famiglia Cristiana sulla telefonata del portavoce del premier Giuseppe Conte a un giornalista nella quale annunciava «megavendette» contro i funzionari del ministero dell'Economia che non trovavano le coperture per il reddito di cittadinanza.

«Non desidero commentare volgarità e minacce contro funzionari dello Stato, specie se questi ricoprono una funzione di garanzia», ha risposto Tria. Un quasi no comment che non è passato inosservato. Il premier Conte, come un mese fa, ha ribadito la fiducia in Casalino. Pesante la reazione M5s. «Ci sorprende che il ministro Tria invece di fare valutazioni di merito e pulizia nel suo Ministero lo difenda a prescindere».

Che suona molto come: la megavendetta prima o poi arriverà.

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