Cronache

Il triangolo tunisino del terrore ha il suo centro in Lombardia

Tra Milano, Gallarate e Novara presenze inquietanti Le preoccupazioni dell'intelligence: regione critica

Il triangolo tunisino del terrore ha il suo centro in Lombardia

La fine del macellaio di Berlino, il tunisino Anis Amri, a Sesto San Giovanni, l'arresto a Milano agli inizi di dicembre di un aspirante kamikaze radicalizzato in Germania, 5 espulsioni negli ultimi mesi, 30-40 sospetti jihadisti sotto la lente nel 2016 dimostrano secondo una fonte delle forze di sicurezza come «la Lombardia sia una regione critica per la minaccia del terrorismo di matrice islamica». Il tragitto di Amri non è dettato dal caso. La pista marocchina ed una presenza storica di capi bastone del terrore tunisino nel triangolo jihadista fra il capoluogo lombardo, Gallarate e Novara sono tutti tasselli di un puzzle da ricomporre per capire come mai il super ricercato sia arrivato a Sesto.

La sorella, Hamida, ha rivelato che «mentre era in prigione in Italia (dal 2011 al 2015, nda) ci aveva detto di aver conosciuto alcuni marocchini e algerini. È lì che ha cominciato a cambiare, smesso di fumare e ci diceva di non parlargli più di alcol». Non a caso l'intelligence marocchina ha fatto sapere ieri di aver informato i tedeschi il 19 settembre e l'11 ottobre che Amri stava preparando un attentato.

Forse non c'è alcun collegamento, ma il 2 dicembre la Digos arresta a Milano il marocchino Nadir Benchorfi per terrorismo internazionale. Il sospetto, mezzo invasato, voleva immolarsi come kamikaze per lo Stato islamico. Il personaggio abitava in via Tracia a Milano, nella zona Selinunte ribattezzata la Molenbeek del capoluogo lombardo dal nome del quartiere di Bruxelles culla jihadista. L'aspetto interessante è che Benchorfi si era radicalizzato in Germania grazie ai seguaci della cosiddetta brigata Lohberg, 25 islamici tedeschi che sono andati a combattere in Siria per le bandiere nere. Gli mandava soldi ed era in contatto con loro via Telegram. Lohberg è una cittadina tedesca, guarda caso, ad appena un'ora e qualcosa di macchina della moschea di Hildesheim di Abu Walaa, il reclutatore del Califfo in Germania arrestato in novembre. Amri era entrato nella sua rete dopo essere arrivato dall'Italia.

A Sesto San Giovanni la presenza storica è quella dei Fratelli musulmani del Centro culturale islamico presieduto da Boubaker Gueddouda. Un gruppo che non sopporta le bandiere nere e ha sempre collaborato con le autorità. «A Sesto abbiamo registrato solo casi di piccoli criminali radicalizzati» spiega la fonte dell'antiterrorismo del Giornale. Però molti magrebini della zona frequentano il centro islamico di Cinisello Balsamo, a due chilometri, indicato come uno dei più estremisti in Lombardia. Altra coincidenza, ma proprio da Cinisello è partito il camion killer sequestrato da Amri a Berlino. Gli inquirenti sospettano che a Sesto il ricercato attendesse o cercasse qualcuno per ottenere documenti falsi.

Solo dal milanese sono almeno 8 i volontari della guerra santa partiti per combattere in Siria con i gruppi jihadisti. E l'ultima espulsione dalla Lombardia è stata annunciata il 18 dicembre. Belhadj Belgacem Ben Mohammed è un tunisno, che viveva da 20 anni in Italia e guidava l'associazione islamica di Camerlata, in provincia di Como, ma aveva contatti anche con la moschea di viale Jenner a Milano e reclutava combattenti jihadisti.

«Oltre al capoluogo anche a Lecco, Como e Varese ci sono delle presenze di radicali islamici, che monitoriamo, ma dobbiamo fare i conti con un numero di uomini insufficiente per affrontare la minaccia - spiega la fonte dell'antiterrorismo -. Alcune zone a rischio sono le stesse delle vecchie cellule sgominate a cominciare da quelle tunisine» sottolinea al Giornale. Proprio ieri è trapelata la notizia dell'estradizione in Tunisia di Moez Fezzani catturato in Sudan un mese fa grazie alla nostra intelligence. A Tunisi lo accusano di aver ordinato la strage del museo del Bardo, dove sono morti 4 turisti italiani. Nome di battaglia Abu Nasim, il tunisino aveva vissuto a lungo a Milano. Veterano dell'Afghanistan, la Siria e la Libia era ricercato anche dalla giustizia italiana.

L'altro vertice del triangolo jihadista tunisino era Gallarate, dove nel 2001 è stata sgominata la cellula di Sami Ben Khemais Essid e Mehdi Kammoun. Dopo il carcere in Italia sono stati rimpatriati in Tunisia, ma grazie alla primavera araba hanno partecipato alla fondazione di Ansar al Sharia poi diventata una costola del Califfato. Lo stesso gruppo di Fezzani e di Noureddine Chouchane, classe 1980, che dopo aver cercato di andare a combattere in Iraq ha fatto il muratore a Novara, ultimo vertice del triangolo. Il giovane emiro è ricomparso in Libia, a Sabrata, al comando delle bandire nere. I suoi uomini hanno tenuto in ostaggio i quattro tecnici italiani rapiti lo scorso anno.

Gli americani sperano di averlo ucciso nel bombardamento della base di Sabrata del 19 aprile, ma non ne sono sicuri.

Commenti