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Il tris di nomi di Berlusconi non convince il Carroccio

Salvini frena: "Pure altre ipotesi". Il leader di Forza Italia insiste sulla necessità di scegliere candidati condivisi per vincere: "Siamo l'alternativa al parolaio Renzi e al folle Grillo"

Il tris di nomi di Berlusconi non convince il Carroccio

Salvini boccia il tris di Berlusconi. Il giorno dopo la terna di nomi fatta dal Cavaliere durante l'ufficio di presidenza di Forza Italia in merito alle possibili candidature a Milano, Roma e Bologna, arriva il niet del Carroccio. No a Stefano Parisi per Milano, Guido Bertolaso per Roma e Vittorio Sgarbi per Bologna. Il pollice verso del capo della Lega è perentorio e a tratti duro: «I nomi non sono quelli - taglia corto Salvini a margine dell'incontro a Milano con Marine Le Pen -. Le cose di Berlusconi chiedetele a Berlusconi, io mi chiamo Salvini e ho le mie idee». Insomma, la quadra su chi dovrà correre alle amministrative è in alto mare. Pare, comunque, che il leader del Carroccio abbia un foglietto in tasca con le sue controproposte. Altri nomi che verranno fatti a Berlusconi domani, dopo il derby. I due, infatti, dovrebbero vedersi vis à vis, presumibilmente anche con la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Un summit tra i leader del centrodestra che dovrebbe sciogliere la matassa candidature, ora ancora nella fase «melina». Dai toni sembrerebbe che, sul tema, Berlusconi e Salvini abbiano perso la sintonia. Ma a gettare acqua sul fuoco ci pensa Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia: «Per non ingenerare confusione, è bene ricordare che nel corso dell'ufficio di presidenza di Forza Italia il presidente Berlusconi ha detto chiaramente, ribadendo peraltro una posizione già nota, che le candidature andranno condivise con gli alleati e che l'unico criterio sarà quello del miglior candidato possibile, con forte esperienza amministrativa e gestionale. Nulla di nuovo, dunque, e nulla di diverso da ciò che è stato già concordato con i leader degli altri partiti del centrodestra».

Insomma, si deciderà tutti insieme. Certo, Salvini è parso parecchio tranchant. «Solite manfrine della Lega: alzano l'asticella dei no per ottenere il più possibile e incassare quello che vogliono», alza le spalle un azzurro. Un altro parlamentare azzurro, invece, nega attriti tra i due: «Macché, si troverà la quadra; non c'è alcun contrasto tra Lega e Forza Italia». I due, in ogni caso, si vedranno presto.Berlusconi, ieri a Roma fino a sera, fa visita al Foglio, quotidiano diretto da Claudio Cerasa, per rilasciare un'intervista. L'occasione è il ventennale del giornale e, come ulteriore e ironico regalo, Berlusconi dona al direttore una scultura a forma di ciliegia. E il colloquio con il Foglio che spegne venti candeline è l'occasione per fare un bilancio dei suoi vent'anni di politica. Che non finiscono qui: «Sono ancora in campo», conferma. Autocritiche? Sì, una: «Non essere riuscito a convincere, anche nel passato, il 51% degli italiani». L'ex premier in ogni caso ha la testa sempre orientata al partito e a come rilanciare la sua Forza Italia: «Dobbiamo tornare sul territorio e convincere i disgustati da questa politica che noi siamo l'alternativa al parolaio Renzi e al folle Grillo». Poi incontra Antonfrancesco Vivarelli Colonna, candidato del centrodestra a Grosseto nonché presidente di Confagricoltura della città. A chi lo va a trovare a palazzo Grazioli giura: «Farò campagna elettorale alle prossime elezioni amministrative.

Dobbiamo e possiamo farcela».

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