Politica

«Troppe vacanze a scuola» Il governo pronto a tagliare

Il ministro Poletti lancia la proposta: «Meno ferie per cominciare un percorso formativo». No di Cgil, Uil e studenti, genitori favorevoli

D opo le ferie ai magistrati il governo Renzi pensa di tagliare le vacanze agli studenti; da 3 mesi a uno e mezzo. Per non far arrugginire il cervello nell'ozio prolungato, potrebbero fare qualche lavoretto e iniziare la formazione, spiega il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. E la sua collega dell'Istruzione Stefania Giannini precisa che nel ddl sulla Buona scuola in arrivo in parlamento sono già previsti stage anche d'estate inclusa».

Di «scommessa sulla scuola», parla il premier. «L'Italia dei prossimi 50-100 anni - dice Matteo Renzi - sarà non come sarà fatta dalla riforma del lavoro o della Pa, né dalle riforme istituzionali, ma sul modello educativo. Su questo ci giochiamo una delle chance di essere superpotenza mondiale». Poi, anche una provocazione: «La penso come Umberto Eco: i Promessi sposi andrebbero proibiti per legge. Se così fosse, tornerebbe il fascino per un capolavoro assoluto».

La sua proposta sulle vacanze Poletti la lancia a un convegno a Firenze e si attira applausi, ma anche critiche. «Un mese di vacanza va bene - dice il ministro - anche uno e mezzo. Ma non c'è un obbligo di farne tre, stando senza far nulla. Magari un mese potrebbe essere passato a fare formazione. Serve un più stretto rapporto tra scuola e mondo del lavoro». Poletti fa un esempio che riguarda la sua famiglia: «I miei figli d'estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse. Sono venuti su normali, non sono speciali» . Nessuno scandalo, insomma, se « un ragazzo lavorasse 3 o 4 ore al giorno per un periodo , anziché stare in giro per le strade. È una cosa che vale la pena di fare, un modo per garantire una formazione». Per il ministro, i genitori e la società devono cambiare il modo di pensare, affrontare la questione culturale ed educativa di una relazione con il mondo del lavoro da iniziata presto, negli anni della scuola, invece di «spostarla sempre più avanti». Poletti dice che «una discussione va affrontata» e il dibattito si apre subito. La sua tesi, assicura la Giannini, è condivisa dal governo e infatti «investiamo 100 milioni all'anno (quasi 10 volte più del passato) per portare le ore di alternanza negli ultimi 3 anni a 400 nei tecnici e professionali e 200 nei licei», perchè l'esperienza di lavoro durante la scuola «è utile non solo per diminuire la dispersione e facilitare l'inserimento immediato nel mondo del lavoro, ma anche per orientare le scelte di chi andrà all'università». Più cauto il sottosegretario Davide Faraone: «Tre mesi concentrati sono forse tanti, si potrebbe distribuirli durante l'anno. Ma si tratta di ragazzi, evitiamo di spremerli troppo, non dobbiamo formare automi, più che cittadini».

Ma Poletti non convince Cgil, Uil, Codacons, la proposta è «delirante» per l' Unione degli Studenti. mentre piace ai genitori del Moige. Attacca il governo Gianna Fracassi, segretario Cgil: «In realtà, con i decreti attuativi del Jobs Act, sta facendo una riforma dell'apprendistato che dequalifica l'alternanza scuola-lavoro e trasforma i percorsi formativi in obbligo di istruzione». Il rappresentante degli studenti Danilo Lampis dice: «Sembra voler invitare gli studenti a lavorare d'estate, preferendo lo sfruttamento alla formazione». Per il segretario Uil Scuola Massimo Di Menna le vacanze in Italia sono allineate a quelle degli altri Paesi europei, non c'è «un surplus».

Non è d'accordo il Moige: «Siamo il Paese con le vacanze più lunghe d'Europa e non fa bene ai nostri figli, perdono l'allenamento e il ritmo di studio».

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