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Troppo grillino e manettaro. Berlusconi boccia il contratto

Il Cavaliere da Sofia critica la bozza di patto M5s-Lega: «Se il governo fa bene spero che duri, altrimenti il voto»

Troppo grillino e manettaro. Berlusconi boccia il contratto

Ripartendo mercoledì sera da Sofia, dopo il vertice del Ppe, ha letto il «contratto» M5S-Lega e l'ha trovato non molto diverso dalla bozza poi smentita. Soprattutto, gli è sembrato sbilanciato, e molto, sul fronte grillino. Ieri Silvio Berlusconi l'ha studiato ad Arcore, punto per punto, e quello sulla giustizia l'ha definito «manettaro». Tutto il resto, a partire dal fronte economico, gli ha confermato che le sue preoccupazioni per mercati, imprese e risparmiatori erano fondate. Come quelle manifestategli dai leader popolari europei, per l'atteggiamento anti Ue ed anti euro connaturato al duo Luigi Di Maio-Matteo Salvini.

Il leader di Forza Italia è ormai convinto che il governo giallo-verde si farà e anche le notizie sul probabile premier, non Di Maio ma uno dei suoi, gli confermano che il Carroccio sarà in posizione subalterna e l'impronta la darà la Casaleggio associati. Gli vengono i sudori freddi al solo pensarci. Ma oggi sarà in Val d'Aosta, per la sua prima volta nella terra di confine che domenica andrà al voto per le regionali, e così mantiene l'aplomb parlando delle previsioni sul nuovo esecutivo: «Mi auguro che duri se potrà fare qualcosa di buono per il Paese - dice in un' intervista alla Gazzetta Matin on line-, in caso contrario meglio ridare la parola agli italiani al più presto. In ogni caso, sul nostro ruolo non ci sono dubbi: ne resteremo fuori e non lo sosterremo, se non su singoli punti, se vi saranno, che riterremo utili per il bene degli italiani». Opposizione dura, nessuna astensione benevola, dunque e niente sconti, anche se al Viminale ci sarà l'alleato Matteo ad occuparsi degli immigrati.

Sono troppe le cose che Berlusconi non può mandar giù di questo programma, le stesse che ha avversato in campagna elettorale. «Il reddito di cittadinanza -dice-non è solo una proposta priva di coperture, è una proposta radicalmente sbagliata perché deresponsabilizza i cittadini». Quanto alla Fornero, per il Cav il problema sarà vedere se sarà corretta «senza incidere pesantemente sui conti pubblici», se ci si limiterà ad «eliminare le iniquità» oppure se si metterà «in discussione il concetto generale dell'aumento dell'età pensionabile». In questo caso, avverte Berlusconi, «vedo davvero seri pericoli per la sostenibilità del sistema». L'ex-premier difende invece lo strumento della Flat tax e la decontribuzione dei nuovi contratti di lavoro per sei anni, ribadendo che «la spesa pubblica non è uno strumento sano né efficace per far ripartire il Paese».

Se a Sofia ha scelto di fare la sua prima uscita internazionale dopo la riabilitazione, in Valle D'Aosta farà la prima visita nazionale e,come nella capitale bulgara, spiega che lui è «sempre stato in campo», che un provvedimento dei giudici non può ripagare le amarezze degli ultimi anni e che per ora non pensa ad un'immediata elezione, per riprendersi il seggio in parlamento. «Si vedrà», taglia corto.

Certo, le elezioni fanno meno paura a Forza Italia adesso che il leader è tornato candidabile e che «l'effetto Silvio» può fare la differenza, già da ora come traino alle amministrative di giugno. Programmi immediati il Cav non sembra averne, anche se si parla molto delle elezioni in Trentino Alto Adige. Forse ne dirà qualcosa stamattina ai valdostani, nella passeggiata nella piazza Chanoux di Aosta, o nell'incontro pomeridiano con la cittadinanza.

Dietro il Cavaliere, il partito è compatto sulla linea dell'opposizione, come conferma la capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini: «La bozza del contratto Lega-M5s è un pessimo punto di partenza, intriso del peggior giustizialismo grillino.

Forza Italia sarà all'opposizione di questo governo e sarà la sentinella dei cittadini in Parlamento».-

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