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Troppo lavoro ai Caf: la domanda per il reddito costerà 10 euro a pratica

Gli uffici dovranno reclutare consulenti. I 60 milioni dell'Inps sono pochi: ne servono 100

Troppo lavoro ai Caf: la domanda per il reddito costerà 10 euro a pratica

S tabilite le norme anti furbetti, assicurati controlli serrati sui cambi di residenza, le false separazioni consensuali e i divorzi brevi, non ultimo, i licenziamenti in corsa da lavoretti saltuari e mal retribuiti, il percorso a ostacoli per ottenere il reddito di cittadinanza sembrerebbe completo. E invece no. Ora ci si mettono di mezzo pure i Caf che, lamentando la sofferenza finanziaria per il surplus di lavoro in arrivo, si occuperanno di compilare le domande per la Rdc Card solo a titolo strettamente oneroso. Agli aspiranti percettori verranno chiesti 10 euro di rimborso per le pratiche da presentare.

Certo non è che sia una cifra da scoraggiare alcuno, questo è sicuro, però riflettendo sulla richiesta sembra quasi di stare davanti a uno che promette lavoro in cambio dell'iscrizione onerosa a una qualsivoglia realtà: intanto lui intasca i soldi e poi si vedrà. Infatti la domanda per ottenere l'Rdc Card può anche avere esito negativo, e senza possibilità di fare alcun ricorso se non quello di presentarla l'anno successivo affiancata da nuovi titoli di povertà. Comunque sia, il Caf non avrà lavorato a vuoto anzi, il disoccupato indigente gli avrà pure pagato la pratica svolta senza successo. I Caf infatti da qualche settimana hanno incominciato a mettere le mani avanti dichiarandosi in estrema difficoltà per l'enorme mole di lavoro che si sta presentando: avranno bisogno di avvalersi di nuovi consulenti fiscali per un'operazione che hanno già conteggiato potrebbe arrivare almeno a 100 milioni di euro complessivi quando invece dall'Inps gliene arriveranno solo una sessantina. Ecco perché l'unica via di uscita per sostenere la spesa è di chiedere un contributo o meglio una quota partecipativa al candidato.

E già. A questo il ministro del Lavoro non ha pensato. Non gli è saltato in mente, a Luigi Di Maio, che per fare un lavoro bisogna essere retribuiti: e sì, perché compilare, controllare formalmente i documenti, spedire e ricevere risposta alle singole pratiche per l'ottenimento del reddito di cittadinanza è comunque un lavoro di concetto che i dipendenti e i collaboratori dei Caf non faranno gratis. Per di più si vanno a sommare a questa mole di nuove attività anche altri aspetti critici: bisognerà considerare che quest'anno per i cittadini ci sarà a disposizione anche l'Isee precompilato per cui, ogni contribuente, o meglio famiglia, dovrà farlo due volte, perché quello che si fa in questi primi mesi dell'anno scade ad agosto prossimo e va rifatto a settembre. Vale a dire che i Caf avranno da svolgere doppia mansione per le attività sull'equivalente reddituale e al contempo c'avranno fra i piedi pure il servizio relativo al reddito di Cittadinanza che si accavallerà con le pratiche della dichiarazione dei redditi.

Certo questa serie di ostacoli si sarebbe potuta evitare con una conoscenza di base dell'anno fiscale, magari partendo prima con le dichiarazioni in modo da non ingolfare gli sportelli. Senza metterci di mezzo pure l'andirivieni dei candidati all'Rdc che dopo aver pagato per fare la domanda saranno in trepidazione per avere al più presto card e denari. Sta di fatto che il prossimo maggio per le impegni fiscali sarà un mese di fuoco mentre la tanto agognata Rdc Card sicuramente arriverà dopo come si è lasciato scappare Di Maio più, e più volte.

Chissà se i ritardi e gli intoppi, il ministro li affibbierà ai Caf.

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