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"Troppo scura, troppo africana" Gli insulti social a Miss Algeria

Razzismo sulla reginetta originaria del Sud del Paese

"Troppo scura, troppo africana" Gli insulti social a Miss Algeria

Pelle scura, troppo scura per indossare la corona di Miss Algeria, è l'accusa che le rivolgono gli scettici e gli hater del suo stesso Paese. Così da qualche giorno Khadidja Benhamou, 26 anni, è la prova vivente - se ce ne fosse ancora bisogno - che il razzismo non ha confini perché c'è sempre qualcuno più a Sud di te. Incoronata venerdì scorso reginetta del 2019, simbolo e sintesi della bellezza del Paese nord-africano, Khadidja da giorni viene sbeffeggiata per il colore della sua pelle, più scuro di quello di gran parte dei suoi connazionali ed espressione degli abitanti del Sud dell'Algeria desertica, la regione meridionale dell'Adrar, al confine con il Mali, da cui Khadidja proviene. «È un mix tra Ronaldinho e Biyouna (attrice algerina) - è uno dei commenti apparsi sul web - Non rappresenta certo il nostro Paese». «Miss Algeria? Sembra James Brown», scrive qualcun altro.

Capelli ricci, sorriso smagliante, Khadidja - che di mestiere finora ha fatto la hostess d'albergo - ha scatenato parecchi insulti e un dibattito sul colore della pelle e sulle forme più adeguate a interpretare la bellezza maghrebina. «Troppo africane» le sue, cioè troppo prorompenti secondo chi considera la scelta di incoronarla non aderente ai canoni della bellezza algerina. «È la prima nera a essere eletta Miss Algeria, per questo viene linciata sui social network» replica indignato il sito Observalgérie, in prima linea contro il «razzismo banalizzato della società algerina che fissa il colore della pelle come canone di bellezza». Qualcuno fa notare che la giovane ha la pelle leggermente più scura dei suoi connazionali del Nord, espressione delle sue origini e nulla di più. «Un simbolo di diversità», dice chi immagina il concorso come occasione per lanciare messaggi di apertura e inclusione. «Il nostro Paese assomiglia a un mosaico, pieno di colori e in cui ogni regione ha il suo fascino. Questa giovane rappresenta il sud algerino con la sua bellezza originale e uno charme eccezionale», la difendono gli estimatori.

La polemica ricorda alla lontana quella esplosa oltre vent'anni fa nel nostro Paese, quando Denny Mendez, allora 19 anni, originaria di Santo Domingo e naturalizzata italiana, fu incoronata miss Italia tra feroci polemiche e una giuria spaccata perché la giovane non rispecchiava la tipica bellezza italica. Alla fine Denny portò a casa corona, tanta pubblicità e la benedizione del patron Enzo Mirigliani, sempre attento alle tendenze sociali e culturali del Paese, che in quell'occasione disse: «Se il popolo italiano vuole una miss di colore, l'avrà». Ma l'Algeria non è l'Italia del 1996. E l'accanimento contro la connazionale del Sud del Paese è la cartina al tornasole di un razzismo dilagante denunciato da diverse organizzazioni che in questi anni hanno puntato il dito contro l'intolleranza crescente nei confronti degli africani subsahariani. Secondo uno studio del franco-algerino Jihad Bilal, datato 2016 ma molto controverso al punto da non essere stato diffuso nel Paese, l'Algeria sarebbe la nazione più razzista al mondo. Il 75% degli intervistati ha ammesso di avere idee razziste o molte estreme, la popolazione è composta per il 99% di arabi, il Paese non accoglie migranti da Irak e Siria «a causa del rischio di infiltrazioni africane» e il 91% degli arabi algerini chiede l'espulsione immediata dei neri, che non raggiungono quota 100mila.

Dal canto suo, la Miss dalla pelle scura risponde agli odiatori con il perdono da leader spirituale più che da reginetta di bellezza: «Che Dio mostri il cammino a chi mi critica e preservi coloro che mi incoraggiano».

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