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Trump accetta di vedere Kim L'incontro (forse) in Svizzera

Il presidente americano alla delegazione di Seul: entro maggio il colloquio con il leader di Pyongyang

Trump accetta di vedere Kim L'incontro (forse) in Svizzera

New York Nessun presidente americano in carica fino ad ora ha mai incontrato un leader nordcoreano. La svolta in 70 anni di relazioni ad alta tensione tra Washington e Pyongyang arriva con Donald Trump, che entra nella storia accettando di vedere Kim Jong-un per parlare di denuclearizzazione. L'invito del giovane leader è arrivato tramite il consigliere per la sicurezza nazionale di Seul, Chung Eui-yong, che si è recato alla Casa Bianca giovedì sera per informare il tycoon dei suoi incontri con il regime. «Kim ha espresso il desiderio di incontrare Trump il più presto possibile», ha detto l'alto funzionario sudcoreano uscendo da Pennsylvania Avenue, e precisando che il presidente ha accettato di «vederlo entro maggio per raggiungere una denuclearizzazione permanente». Dopo poco, su Twitter, Trump ha commentato di persona l'apertura della fase di disgelo, seguita a un durissimo braccio di ferro e mesi di insulti reciproci, sottolineando che il leader nordcoreano ha «parlato di denuclearizzazione con i rappresentanti di Seul, non solo di congelamento». «Inoltre - ha aggiunto - non ci sarà alcun test missilistico da parte della Corea del Nord durate questo periodo. Sono in corso grandi progressi, ma le sanzioni rimangono finché non sarà raggiunto un accordo». Chung, da parte sua, si è detto ottimista per una soluzione pacifica della crisi nella penisola, precisando tuttavia che la campagna di pressione su Pyongyang «continuerà fino a che la Corea del Nord non farà seguire azioni alle parole».

Come ha riferito un alto funzionario della Casa Bianca, nel messaggio orale inviato al Commander in Chief, Kim Jong-un non solo si è impegnato alla denuclearizzazione e ad astenersi dal test missilistici e nucleari, ma ha detto di aver compreso che le esercitazioni militari di routine tra Sud Corea e Usa continueranno come previsto dopo la fine dei Giochi Paralimpici questo mese. E il segretario di Stato Rex Tillerson ha rivelato che Trump ha preso «da sé» la decisione, spinto dal cambiamento radicale e sorprendente dell'atteggiamento di Kim. Anche se per alcuni esperti si tratta di una scommessa azzardata, è indubbio che The Donald abbia messo a segno un successo senza precedenti, salutato con ottimismo dai leader di tutto il mondo. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si è detto «incoraggiato», ribadendo «il suo sostegno agli sforzi per la denuclearizzazione pacifica della penisola». L'accordo sull'incontro è una «storica pietra miliare» nel percorso verso la pace, ha detto il presidente sudcoreano Moon Jae-in, lodando Trump per il coraggio e la saggezza. Il collega cinese Xi Jinping ha espresso la speranza che il dialogo tra Stati Uniti e Corea del Nord possa partire «il prima possibile», mentre il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha giudicato il possibile incontro come «un passo nella giusta direzione», che dovrebbe condurre ad una «piena soluzione politica». La svolta è «il risultato della politica delle sanzioni», ha commentato invece il premier giapponese Shinzo Abe. La Casa Bianca ha precisato che le modalità dell'incontro sono tutte ancora da definire, e resta da vedere dove si terrà lo storico faccia a faccia. Le opzioni plausibili, secondo gli esperti, potrebbero essere tre: Sud Corea, Svizzera o Scandinavia. Nel primo caso ci sarebbe come garante il presidente Moon, mentre la seconda ipotesi vedrebbe Ginevra e la sede dell'Onu come sito naturale.

Svezia e Norvegia sono infine sedi consolidate per gli incontri informali tra funzionari Usa e nordcoreani.

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