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Trump, autoelogio e risate: "Aiuti solo a chi ci rispetta"

Il presidente: "Ho fatto più di qualsiasi predecessore". L'ilarità dell'Assemblea. Poi il tycoon minaccia l'Iran

Trump, autoelogio e risate: "Aiuti solo a chi ci rispetta"

New York. Donald Trump porta la campagna elettorale all'Assemblea Generale dell'Onu e come da copione spara a zero contro l'Iran, ma è meno aggressivo sui grandi dossier internazionali rispetto al suo esordio al Palazzo di Vetro. Il presidente Usa incentra buona parte del discorso su America First, elencando i successi della sua amministrazione, e ribadisce di «rigettare la dottrina del globalismo». «In meno di due anni la mia amministrazione ha fatto enormi progressi, più di quasi qualsiasi altra», esordisce il tycoon suscitando l'ilarità della sala. «Non mi aspettavo questa reazione ma ok», commenta, poi ride anche lui e strappa un tiepido applauso. «L'economia cresce come mai prima, abbiamo creato milioni di posti di lavoro. Gli Stati Uniti sono più forti, sicuri e ricchi di quando ho assunto l'incarico due anni fa», dice. «L'America chiede solo di rispettare la sua sovranità - ribadisce - noi crediamo nell'indipendenza e nella cooperazione», ma «aiuteremo solo i Paesi che ci rispettano». E sottolinea il diritto dei Paesi di fissare le proprie regole sull'immigrazione.

The Donald torna a denunciare gli squilibri nei rapporti commerciali degli Usa con gli altri Paesi, quelli che hanno innescato l'ondata di dazi alla base della politica protezionista della Casa Bianca, e lancia un monito alla Cina: le distorsioni del mercato «non possono essere tollerate». Il Commander in Chief si mostra tuttavia più mite sul fronte internazionale rispetto al suo primo discorso al Palazzo di Vetro. Un anno fa dal palco dell'Assemblea Generale aveva definito Kim Jong-un «piccolo uomo razzo» e minacciato di distruggere la Corea del Nord, ieri ha «ringraziato Kim per il suo coraggio e per i passi che ha intrapreso», chiamandolo «presidente Kim». Pur se ammette che «rimane da fare molto lavoro e le sanzioni rimarranno fino alla denuclearizzazione».

Le parole più dure sono sulla partita iraniana, che vede agli antipodi Trump e il presidente iraniano Hassan Rohani. L'inquilino della Casa Bianca afferma che gli Usa «sono pronti a imporre nuove sanzioni alla Repubblica Islamica, che deve rimanere isolata fino a quando continuerà a sostenere il terrorismo e proseguirà le sue aggressioni». «I leader iraniani continuano a seminare caos, morte e distruzione», attacca, criticando ancora una volta l'accordo sul nucleare da cui gli Stati Uniti si sono ritirati in forte polemica con l'Europa. A margine dice che non ha in programma di incontrare Rohani: «Forse un giorno, in futuro. Sono certo che sia un uomo assolutamente adorabile». Il collega di Teheran replica a tono: «Alcuni Paesi non rispettano le istituzioni internazionali e ne minano l'esistenza», esordisce, puntando il dito contro «l'attuale amministrazione Usa», e tornando a denunciare il ritiro di Washington dall'accordo sul nucleare, «una violazione delle leggi internazionali».

All'Onu è anche la giornata del presidente francese Emmanuel Macron, che si propone come l'anti-Trump, appassionato paladino del multilateralismo e di un commercio senza barriere. Accompagnato da otto ministri - una delle delegazioni più massicce di sempre - il titolare dell'Eliseo afferma: «Il mondo non dimentica dove hanno portato i nazionalismi nel passato». «Abbiamo la responsabilità della pace, sapendo che le democrazie sono fragili», aggiunge. «Credo profondamente nella sovranità, ma si potrà trovare la pace solo con il multilateralismo. C'è la tentazione della legge del più forte, dell'unilateralismo che porta inevitabilmente al conflitto, al tutti contro tutti». Poi si inserisce nel dossier iraniano, sottolineando che non serve alimentare le tensioni con Teheran.

E parlando a margine con i giornalisti dice che «non c'è un conflitto da risolvere con gli Usa», pur se «c'è disaccordo sull'intesa del nucleare», ma spera di continuare la discussione con Trump.

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