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Trump contro Woodward: "Il suo un libro-truffa"

Il presidente attacca il volume che uscirà l'11. E l'atleta antirazzista diventa testimonial Nike

Trump contro Woodward: "Il suo un libro-truffa"

New York - Ancora una volta è Donald Trump contro tutti. Il presidente americano prima si scaglia contro il giornalista Bob Woodward definendo il suo nuovo libro bomba sulla Casa Bianca una truffa, poi contesta il nuovo testimonial di Nike, l'atleta che ha lanciato la protesta dell'inno nazionale. L'ira del tycoon è rivolta in primis contro il reporter due volte premio Pulitzer che insieme a Carl Bernstein rivelò i retroscena dello scandalo Watergate. E che mette nuovamente in imbarazzo l'amministrazione Usa con il testo Fear: Trump in the White House. Woodward scatta un'istantanea della West King con alcuni degli ex o attuali stretti collaboratori di The Donald che lo reputerebbero un «idiota», uno «squilibrato», un «bugiardo professionale», un presidente che agisce come «un alunno di quinta elementare». Il libro di Woodward uscirà l'11 settembre, ma alcune anticipazioni sono state diffuse dal Washington Post, di cui Woodward è ancora una delle firme di punta: uno dei temi centrali sono le macchinazioni che l'inner circle del presidente userebbe per tentare di controllare i suoi impulsi e prevenire disastri. Il giornalista descrive una sorta di «colpo di stato amministrativo», con i consiglieri più importanti a cospirare per strappare documenti ufficiali dal tavolo di Trump, in modo che non li veda o non li firmi. Pagine che hanno scatenato l'ira del Commander in Chief. «Il libro di Woodward è già stato smentito e screditato dal segretario alla difesa James Mattis e dal capo di gabinetto John Kelly - tuona su Twitter -. Le loro citazioni erano false, una truffa».

E ancora: «Non è una vergogna che qualcuno possa scrivere un articolo o un libro, inventare completamente storie, costruire l'immagine di una persona che è l'esatto opposto della realtà, e possa farla franca senza alcuna punizione? Non so perché i politici di Washington non cambiano le leggi sulla diffamazione». Quindi Trump azzarda l'ipotesi che il reporter sia al soldo dei suoi avversari democratici: «Woodward è un operativo Dem? Notare i tempi», scrive. Prima di lui, Kelly e Mattis smentiscono le citazioni: il capo di gabinetto in una nota diffusa da Pennsylvania Avenue nega di aver chiamato il presidente «un idiota», parlando di un «altro patetico tentativo di diffamare le persone vicino al presidente e distrarre l'attenzione dai molti successi». Mentre il numero uno del Pentagono afferma: «Le parole sprezzanti sul presidente attribuitemi nel testo di Woodward non sono mai state pronunciate da me o in mia presenza». Su un fronte totalmente opposto, Trump si scaglia anche contro Nike per la decisione dell'azienda di ingaggiare come nuovo testimonial Colin Kaepernick, il giocatore di football che lo ha fatto infuriare dopo aver lanciato la protesta sull'inno nazionale per manifestare contro il razzismo.

Trump dice di rispettare il diritto di Nike di scegliere chi vuole come testimonial, ma a suo parere si tratta di «un messaggio terribile».

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