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Trump fa 100 giorni e rovina la festa alla stampa

Il presidente diserta la cena con giornalisti "bugiardi e disonesti". E il suo comizio in tv fa boom

Trump fa 100 giorni e rovina la festa alla stampa

New York - Cento giorni di muro contro muro, di insulti reciproci, di tweet velenosi e di critiche feroci e irriverenti tra il presidente Trump e la stampa americana. Una guerra aperta che peggiora di giorno in giorno contro i «fake media», vale a dire «i giornalisti disonesti e bugiardi» come ripete ad ogni tweet il presidente-tycoon. Al quale viene in aiuto un sondaggio indipendente della prestigiosa Gallup che certifica che nel 96% dei casi la stampa sarebbe «prevenuta e parziale».

Così Trump ha disertato di proposito sabato sera il gala di beneficenza dei corrispondenti della Casa Bianca, cosa che non accadeva dai tempi di Truman, per non farsi prendere in giro e deridere da un comico brillante ma mussulmano, Hasan Minaj, scelto appositamente per ridicolizzare Trump e i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Trump ha così organizzato alla stessa ora un mega comizio all'Expo Center di Harrisburg, in Pennsylvania, dove ha fatto registrare il record di presenze per il palazzetto che lo ha ospitato, quasi 15 mila repubblicani in adorazione, e più di un migliaio fuori per motivi di sicurezza. Trump ha rubato tutta l'attenzione dei media e il gala dei giornalisti è passato in secondo piano, tanto che Minaj per andare in diretta tv ha dovuto aspettare che si spegnessero le luci sull'Expo Center di Harrisburg.

Inutile aggiungere che il comizio di Trump sia stato pirotecnico e spassoso. Il presidente, come un vero «one man show», ha ripetuto decine e decine di volte come la stampa americana sia «una fabbrica di bufale». Le critiche più feroci le ha rivolte al «fallimentare New York Times», perchè ogni anno chiude il proprio bilancio in perdita: «Continua ad attaccarmi su cosa io debba fare o no alla Casa Bianca. Mentre questo giornale ha perso un miliardo e 300 milioni di dollari nell'acquisto, nella gestione e poi nella vendita a zero dollari del Boston Globe», ha spiegato Trump. «Il New York Times ha svenduto la vecchia e prestigiosa sede per 151 milioni di dollari, mentre il nuovo proprietario lo ha poi rivenduto a 550 milioni di dollari. E ora il Times si è trasferito in un brutto grattacielo che non riesce nemmeno a mantenere», ha aggiunto, sostenuto ad ogni parola da un coro da stadio. «Devi costruire il muro», gli hanno gridato. «Non vi preoccupate, lo farò. Non credete alla Cnn e alla Msnbc che sono network disonesti con giornalisti bugiardi. Il muro sarà costruito il prossimo anno». Poi Trump ha ricordato che i suoi primi 100 giorni sono stati i più positivi e intensi nell storia americana: «Sono stati creati già 600mila nuovi posti di lavoro, la borsa di Wall Street è salita 20% e ho firmato ben 30 ordini esecutivi per cancellare la deregulation del presidente Obama e per rilanciare l'industria dell'acciaio, dell'alluminio, riaprire le miniere di carbone e riprendere l'estrazione petrolifera in Alaska», tutto ciò insomma che Trump aveva promesso in campagna elettorale.

E ha ricordato che domani alle Nazioni Unite, gli Stati Uniti si chiameranno fuori dall'accordo di Parigi sul clima.

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