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Trump alla prova della verità. Si gioca tutto nel match in tv

Le ultime gaffe sessiste del candidato repubblicano sono state letali. La rivincita con Hillary è ora decisiva

Trump alla prova della verità. Si gioca tutto nel match in tv

New York - Per Donald Trump è arrivata l'ora della verità: dopo la sconfitta nel primo dibattito presidenziale, le scottanti rivelazioni sulle dichiarazioni dei redditi e il video in cui insulta le donne, il secondo confronto televisivo contro Hillary Clinton è decisivo per risollevarsi dal periodo no e salvare la corsa verso la Casa Bianca. Mentre il candidato repubblicano e la rivale democratica incrociano le spade alla Washington University di Saint Louis, in Missouri, gli analisti ribadiscono che se The Donald non porterà a casa un successo sarà complicato resistere alle pressioni sempre più forti all'interno del partito per farsi da parte. Secondo l'ultimo sondaggio di Abc News, il 43% degli americani vuole che Trump si ritiri dalla battaglia per la presidenza, ma dal rapid response poll emerge pure che per il 57% il tycoon dovrebbe rimanere in gara, nonostante il video dello scandalo con affermazioni volgari e sessiste contro le donne. Proprio a causa del filmato del 2005, il 53% degli intervistati afferma quindi di essere oggi meno sicuro di volersi recare alle urne per votare Trump, mentre il 46% spiega come la vicenda non influenzerà la propria preferenza. Un'altra proiezione lampo di Politico invece mostra che il vantaggio della Clinton, per ora, rimane contenuto: dopo la pubblicazione del video, infatti, il sostegno per il candidato Gop è sceso di un solo punto, e vede l'ex segretario di Stato avanti con il 42% contro il 38% dell'avversario.

A parere degli analisti di entrambi i partiti, tuttavia, ci vorranno alcuni giorni per capire realmente quanto le ultime vicende influiranno sul parere degli elettori, e grande importanza avrà anche il risultato del dibattito tv in corso a St. Louis. Per il miliardario newyorkese però non c'è pace, poiché dopo il primo video-scandalo del 2005 spunta un'altra registrazione imbarazzante, stavolta resa nota dalla Cnn e che risale all'anno successivo. Questa volta Trump parla della figlia prediletta, Ivanka, che all'epoca aveva 24 anni: intervistato dal conduttore radiofonico Howard Stern, afferma che «va bene se la chiamano un pezzo di f...», usando l'espressione piece of ass. Poi si dilunga nello spiegare quanto è bella Ivanka, che ha un seno «più voluttuoso che mai», «tutto naturale». Quindi, dice che non avrebbe alcun problema a fare sesso con una ragazza giovane come la figlia, e precisa come una donna vada «mollata» dopo i 35 anni. Ma a difenderlo in queste ore scende in campo proprio Ivanka, che ribadisce come il padre «ha per le donne un rispetto assoluto», pur ammettendo di ritenere inquietanti la parole del video diffuso dal Washington Post.

Anche un altro dei fedelissimi del tycoon, l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, si schiera al suo fianco, allontanando nuovamente l'ipotesi dimissioni: non nega che i commenti di Trump siano stati «orribili», ma precisa che lui ha chiesto scusa, e bisogna pensare anche alle altre cose importanti per il Paese, come le politiche economiche o la decisione dei futuri giudici della Corte Suprema.

Il re del mattone da parte sua ribadisce che non ha alcuna intenzione di ritirarsi, e bolla come «ipocriti moralisti» i big del partito repubblicano che ne chiedono le dimissioni. Poi si lancia all'attacco della rivale giocando la carta degli scandali che hanno coinvolto Bill Clinton: sul suo account Twitter posta due messaggi di Juanita Broaddrick, la donna nel 1999 accusò pubblicamente l'ex presidente di abusi sessuali compiuti una ventina di anni prima, anche se la denuncia fu respinta. Nei tweet Broaddrick ribadisce tali accuse, inclusa quella rivolta all'ex first lady di aver fatto di tutto per coprire il fatto. «Hillary definisce le parole di Trump orribili - si legge - mentre lei vive e protegge un violentatore.

Le sue azioni sono orribili».

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