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Trump vuole armare i prof E promette più controlli

Il presidente: «Mezzi solo agli insegnanti addestrati» Non si ferma la protesta dei parenti delle vittime

Trump vuole armare i prof E promette più controlli

New York Per impedire il verificarsi di altre stragi come quella del liceo di Parkland in Florida, dove sono morte 17 persone, Donald Trump non esclude la scelta radicale di armare gli insegnanti, o almeno alcuni di loro, quelli appositamente formati, garantendo addirittura un bonus a chi si sottopone a un addestramento. L'idea è emersa nella «sessione di ascolto» che il presidente americano ha tenuto alla Casa Bianca con sopravvissuti e parenti delle vittime. «La esamineremo con attenzione - ha detto - Capisco che sia un'ipotesi controversa, ma siamo qui per ascoltare». Le sue parole hanno scatenato le proteste di chi è scampato al massacro o ha perso una persona cara, che chiede una stretta su pistole e fucili. E ieri mattina il tycoon è tornato sulla questione con una tempesta di tweet, precisando: «Non ho mai detto diamo armi agli insegnanti. Quello che ho detto è valutare la possibilità di dare armi a insegnanti esperti di armi con esperienza militare e addestramento speciale», ha scritto. Una mossa che a suo parere potrebbe scoraggiare i troppi episodi di violenza negli istituti: «Una scuola libera dalle armi è una calamita per i cattivi», ha aggiunto. Spiegando che basterebbe armare il 20% degli insegnanti, che potrebbero «rispondere immediatamente se un feroce psicopatico arrivasse con cattive intenzioni», oltre a servire «come deterrente». «Una sparatoria a scuola dura in media 3 minuti - ha continuato - Alla polizia e ai primi soccorritori sono necessari da 5 a 8 minuti per arrivare sul luogo. Insegnanti o assistenti altamente addestrati potrebbero risolvere il problema».

Dopo l'inattesa apertura della settimana scorsa, con il sostegno all'irrigidimento dei controlli sui potenziali acquirenti di pistole e fucili, il Commander in Chief ha anche ribadito l'impegno per spingere Capitol Hill all'azione. «Farò una forte pressione per controlli completi sui precedenti, con un'enfasi sui problemi mentali», ha detto. Ma anche per «aumentare l'età a 21 anni» per l'acquisto, e il «divieto di vendita dei bump stock», i potenziatori che consentono di sparare centinaia di colpi al minuto. «Il Congresso ha voglia di fare finalmente qualcosa su questo problema - ha sottolineato - Lo spero». Intanto, ai sopravvissuti arrivati a Pennsylvania Avenue, Trump ha promesso di essere con loro «per ascoltare». Nella State Dining Room della Casa Bianca si sono alternate rabbia e dolore, passando dalla disperazione di uno studente che nella strage di Parkland ha perso il suo migliore amico, alla collera di un genitore che ha detto: «Sono arrabbiato perché non vedrò più mia figlia. Quanti altri ragazzi ancora? Non chiuderò occhio fino a quando non si farà qualcosa!». Il tycoon ha poi incontrato anche autorità locali e responsabili scolastici, a cui ha ribadito: «Vogliamo garantire che quando vediamo segnali d'allarme, agiamo tempestivamente». Spiegando che «c'è una forte sensazione di voler fare qualcosa, anche alla Nra», la potentissima National Rifle Association, che lo ha sostenuto alle presidenziali. «Ciò che molte persone non capiscono, o non vogliono capire, è che la gente che lavora sodo alla Nra sono ottime persone e grandi patrioti americani - ha aggiunto - Amano il nostro Paese e faranno la cosa giusta».

La lobby, invece, dopo una settimana di silenzio ha deciso di passare al contrattacco: il Ceo Wayne LaPierre ha attaccato duramente «gli opportunisti» che stanno sfruttando la strage per ottenere nuove restrizioni, affermando che «odiano il Secondo Emendamento e la libertà individuale».

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