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Tsipras difende le riforme: "Non tagliamo stipendi e pensioni"

Il premier greco: "I baby assegni andavano ritoccati, Troika o no". Poi pronostica: "Sportelli chiusi anche per un mese"

Tsipras difende le riforme: "Non tagliamo stipendi e pensioni"

"Non caliamo gli stipendi e neanche le pensioni, anche se indirettamente con le tasse a l’aumento dell’iva c’è un delle taglio pensioni". Parola di Alexis Tsipras che questa sera ha parlato alla tv nazionale e ha difeso le sue riforme.

"Quando un premier perde un referendum non può rimanere, io mi assumo pienamente mie responsabilità, non ho intenzione di scappare, è mia intenzione far capire al popolo che non ho intenzione di lasciare il paese nella catastrofe", ha aggiunto Tsipras parlando dell'ipotesi di dimissioni. In particolare, il premier greco è apparso deluso dal modo in cui l'Ue ha trattato il referendum, un modo che "non onora l’Europa". "Quando ho fatto il referendum ero convinto che gli europei ci avrebbero dato un po' di tempo", ha detto, "Non sono stati molto buoni, sono stati un po' vendicativi".

Parlando poi dell'accordo, Tsipras sostiene che quello raggiunto è migliore rispetto a quello del 25 giugno: "Prima si parlava di 18 miliardi per 5 mesi e poi un nuovo piano di austerità; ora, dopo il referendum, ci siamo assicurate entrare maggiori e stiamo parlando di crescita". E in ogni caso "la verità è che avremmo dovuto affrontare il tema delle pensioni, troika o no, in un modo o in un altro; non è normale che una persona vada in pensione a 45 anni o che le madri vadano in pensione 15 anni prima dell’età prevista".

E sulle banche ha aggiunto: "La riapertura delle banche dipende dall’approvazione dell’accordo che avverrà in un mese".

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