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La Turchia spera nella svolta Ecco i sei sfidanti di Erdogan

Per la prima volta esito non scontato alle presidenziali Tre milioni in piazza per Muharrem Ince, l'anti Reis

La Turchia spera nella svolta Ecco i sei sfidanti di Erdogan

Sotto casa di Meral Aksener, un cartello dice «bentornata a casa, cara». Selahattin Demirta, dell'Hdp, il Partito democratico dei popoli, combatte dalla prigione e nel suo simbolo c'è un albero. Ma se c'è qualcuno che sta muovendo le folle è Muharrem nce, del Chp, il Partito repubblicano del popolo. A Izmir, l'oppositore nce, principale sfidante del Reis, ha portato in piazza 2,5 milioni di persone: una folla immensa. Le elezioni a Istanbul smuovono la popolazione.

Per la prima volta dopo tanto tempo queste elezioni sembrano poter cambiare qualcosa e possono incrinare il potere del presidente Recep Tayyip Erdoan che da 15 anni domina la Turchia, come primo ministro prima e come presidente poi, un potere divenuto quasi assoluto dopo la repressione seguita al tentato colpo di Stato del luglio 2016 e dopo lo stato di emergenza, che perdura ancora dall'estate del golpe. Ecco perché quelle di domani 24 giugno sono probabilmente le elezioni più importanti nella storia moderna della Turchia. Sarà una corsa vera, fatta eccezione per i temuti brogli elettorali. Niente è scontato e già si parla di un possibile ballottaggio l'8 luglio.

Il voto avverrà in anticipo rispetto alla data prevista, il 2019, perché così ha deciso Erdogan. I turchi sono chiamati a scegliere 600 nuovi membri del Parlamento e il presidente. Una scelta cruciale quest'ultima perché, dopo il referendum costituzionale, il capo dello Stato a questo giro avrà maggiori poteri esecutivi. Gli emendamenti post referendari alla Costituzione hanno ridotto i poteri del Gabinetto e del Parlamento. L'Akp, il partito conservatore della Giustizia e dello Sviluppo fondato dal presidente, controlla tre quinti dei seggi in Parlamento dal 2015. Ma i rivali sono molto attivi nella campagna elettorale. Sei in tutto in questa corsa contro il Reis, 64 anni, supportato dalla parte conservatrice del Paese. Erdogan ha promosso politiche competitive, trasformando la Turchia in uno dei Paesi e delle economie emergenti. Ma i problemi legati alla svalutazione della lira turca minano il suo elettorato. Per gli alleati dei Paesi occidentali e i difensori dei diritti umani è un osservato speciale a causa della repressione imposta agli oppositori dopo il golpe.

Il secondo candidato, per capacità di smuovere le masse, è Muharrem nce, 54 anni, candidato del Chp, il Partito Popolare Repubblicano. Professore di fisica, figlio di camionisti, è deputato dal 2002, molto critico nei confronti di Erdogan. Vorrebbe reintrodurre un sistema parlamentare, crede nella democrazia e nel ruolo della legge. Promuove un sistema educativo laico, libero e scientifico. E poi c'è lei, Meral Askner dell'Iyi (il Buon Partito) l'unica donna a correre in queste elezioni: 61 anni, nazionalista di destra. Vorrebbe rimuovere lo stato di emergenza, è stata ministro dell'Interno ed è un ex membro del partito Mhp, che ha lasciato perché in disaccordo sull'appoggio a Erdogan di Bahceli, l'attuale capo del Mhp, per poi fondare il giovane partito Iyi. Se vincesse, sarebbe la prima donna a diventare presidente in Turchia. Meral, dal suo account Twitter, due giorni fa, aveva dichiarato che gli exit poll di domenica potrebbero essere manipolati. Selahattin Demirta, del partito Hdp, invece, è il candidato più giovane. Era stato arrestato nel 2016 per propaganda legata ai combattenti curdi, ma ha sempre smentito l'accusa. Sta correndo alle elezioni presidenziali dalle sbarre della prigione, è avvocato ed è vicino alla causa curda. Nel caso di vittoria, ha promesso di restituire potere al Parlamento. Poi, ci sono anche Temel Karamollaolu, classe 1941, il leader del partito Islamico della Felicità e Perincek del Partito Vatan.

Ma cosa succederà? Erdogan è il politico turco più popolare. Un tweet recentissimo di Hakan Bayrakci, capo dell'agenzia di sondaggi Sonar, stima Erdogan al 47% e nce al 33%. Gli altri partiti sommati, quindi, avrebbero il 20%. Se così fosse, Erdogan non otterrebbe la maggioranza assoluta (più di 50 punti) e andrebbe al ballottaggio contro nce.

Se lo scenario fosse questo, tutto si baserebbe sulle coalizioni che sceglieranno gli altri sfidanti: la partita è aperta.

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