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Turchia-Ungheria ora il Ppe attacca Orbán: "Ricatti? Non cederemo"

Weber: "Facciamo chiarezza, la Turchia non può diventare un membro dell'Unione europea"

Turchia-Ungheria ora il Ppe attacca Orbán: "Ricatti? Non cederemo"

Berlino Una stoccata a Erdogan e una serie di bacchettate a Orban. Le elezioni per il rinnovo dell'Europarlamento si avvicinano e il candidato del Partito popolare europeo (Ppe) per la guida della Commissione, il bavarese Manfred Weber, alza la voce. Secondo la tradizione tedesca, i partiti politici dedicano il mercoledì delle ceneri a fare ordine in casa propria e Weber non si è tirato indietro: «Facciamo chiarezza: la Turchia non può diventare un membro dell'Unione europea», ha detto l'esponente dei cristiano-sociali (Csu) durante la riunione del proprio partito a Passau. Almeno formalmente, il processo di adesione all'Ue della Turchia di Recep Tayyip Erdogan non si è mai fermato, «ma se diventerò presidente della Commissione metterò fine ai negoziati», ha ribadito Weber, aggiungendo che «è comunque necessario avere buone relazioni con la Turchia».

Quale membro della Csu, Weber rappresenta l'ala destra del fronte moderato in Germania e in Europa. Ed era stato lui, mesi fa, a dire che il Ppe non deve chiudere a Fidesz, il partito conservatore ungherese di ispirazione cristiana guidato dal capo del governo di Budapest, Viktor Orbán. La sua non pregiudiziale ostilità nei confronti dei leader sovranisti ha anzi fatto di Weber il candidato più forte per la successione all'attuale numero uno della Commissione, Jean-Claude Juncker. Orbán però non sta aiutando la sua sponda tedesca. Giorni fa il primo ministro ungherese ha definito gli esponenti del Ppe che chiedono l'espulsione di Fidesz dal gruppo parlamentare a Strasburgo «degli utili idioti». In Ungheria il suo partito ha poi lanciato una campagna apertamente anti-europea in cui Juncker e il filantropo americano di origine ungherese George Soros sono raffigurati insieme e accusati di lavorare per aumentare il numero di immigrati extra-Ue anche in Ungheria. Parlando con Bild e con Zdf, Weber ha detto basta. «Alcune linee rosse sono state superate: Viktor Orbán e Fidesz devono invertire la rotta», ha detto Weber, chiedendo la fine «immediata e definitiva» della campagna anti-Ue. Il candidato tedesco ha anche chiesto al leader magiaro di scusarsi con il Ppe e di permettere la riapertura a Budapest della sede centrale della Central European University finanziata da Soros.

Il viktator così viene chiamato Orbán dai suoi oppositori ha tempo fino al 20 marzo per dare un segnale: in quella data il Ppe metterà ai voti l'esclusione di Fidesz.

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