Politica

Turista italiano ucciso a Rio È il terzo in soli venti giorni

Finito in una favela per colpa del gps, avrebbe reagito a una rapina. Freddato da un colpo di pistola alla testa

Andrea Acquarone

Spiagge dorate, sole, belle donne, folklore gioioso. Tutto l'anno. E alla portata di tutti, almeno vista all'«europea». Sbagliato. No, non è più questa la cartolina, stereotipata, che il Brasile ci consegna.

Non è solo samba, ci si dimentica del fado, musica triste, dolente, antica, note che narrano i colori dell'anima, amori perduti e vite distrutte. Morte compresa. Come quella, la terza in appena un mese, di un italiano.

A metà novembre era toccato a una giovane donna di Ragusa, Pamela Canzonieri, incontrare sulla propria strada zeppa di futuro, un assassino capace di spezzarlo per pochi soldi. Lunedì, un altro nostro connazionale è stato ucciso in una villa, non lontana da Fortaleza, da una banda di rapinatori. Sua moglie salva per miracolo, scampata nascondendosi in un bagno. Proprio ieri la polizia era riuscita ad acciuffare i balordi. Quasi contemporaneamente, ecco la nuova, ennesima, tragedia. Un turista italiano morto, ammazzato con un colpo di pistola alla testa, e l'amico ferito: sarebbero finiti per sbaglio in una favela. «Nemmeno una delle più pericolose», spiegano le guide del posto.

Rio, a due passi dal quartiere di Santa Teresa, migliaia di catapecchie abbarbicate sulla collina: «Morro dos Prazeres», il nome - la montagna dei piaceri è la significativa traduzione -, una delle 200 «bidonville» della città che pende su una delle zone storiche e più frequentate dai turisti. Luogo ideale per trasgredire forse, di certo a rischio per stranieri soprattutto se non scortati. Ufficialmente la favela è considerata «pacificata», tanto che gli itinerari turistici, vista l'altitudine (275 metri) la segnalano come uno dei punti di osservazione migliori per godere il panorama.

Tutto è accaduto poco dopo le 11 di mattina, le 15 in Italia, ma sulla dinamica le notizie sono alquanto confuse.

Unico punto certo: a Morro dos Prazeres, Roberto Bardella, 52 anni, e l'amico Rino Polato, di 59, ci erano arrivati in moto. Da qui in avanti i racconti si fanno confusi. Sembra che dopo aver visitato la statua del Cristo redentore i due nostri connazionali fossero diretti a valle, verso le spiagge. Secondo quanto riporta il sito online del giornale brasiliano, pare che abbiano sbagliato strada a causa di un'errata impostazione del navigatore satellitare, finendo tra le mani della banda che controlla la zona. Ad affrontarli sarebbero stato otto uomini decisi a rapinarli. Forse una reazione, o il tentativo di scappare, è costato la vita a Bardella, centrato in pieno al capo da un proiettile. Toccherà a Polato, che - sempre stando a O' Globo - sarebbe riuscito a scappare a piedi e a trovare rifugio in un bar. Ma c'è un altra versione: dopo aver visto ammazzare il compagno, Polato sarebbe stato preso in ostaggio dal gruppo di narcos-rapinatori ma poco dopo liberato. Alcuni abitanti della baraccopoli, avrebbero invece raccontato di aver visto la coppia di italiani inoltrarsi a piedi nella favela. Polato, illeso ma in forte stato di choc, è l'unico che possa spiegare come siano andate le cose.

Accanto a lui, oltre alla polizia locale, per ora c'è un carabiniere in servizio al Consolato.

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