Cronaca locale

Tutta Italia prega per Noemi. "Operata, non è fuori pericolo"

Resta grave la bimba di 4 anni trafitta da un proiettile per caso. Il questore: «Nella notte 12 arresti tra i sicari dei clan»

Tutta Italia prega per Noemi. "Operata, non è fuori pericolo"

Mentre la politica sciacalleggia addirittura sulla pelle di una bimba che combatte per sopravvivere, Napoli prega perché la piccola Noemi, 4 anni, vinca la sua battaglia. Dio è giusto: non può far morire una bambina, «colpevole» di essersi trovata sulla traiettoria dei proiettili sparati da un killer; l'altro ieri nel centro di Napoli, nel mirino un pregiudicato del clan rivale. L'incubo alle 17.30, l'ora della merenda. Ma invece del gelato sono arrivati sette colpi di pistola. Uno di essi ha perforato il polmone di Noemi, conficcandosi tra le costole. La bimba ha smesso di ridere, ma non ha pianto.

La nonna le stava accanto, ha pensato che la nipotina si fosse solo spaventata. È entrata in un bar per farle bere un po' d'acqua, ma poi ha visto una macchiolina rossa all'altezza della spalla destra. Ha capito che la situazione era grave. Così come l'hanno capito i medici dell'ospedale «Santobono» dove Noemi è stata ricoverata.

Intanto, fra i tavolini insanguinati, un'ambulanza soccorreva l'uomo che era l'obiettivo dell'agguato: il torace squarciato dalle pallottole, condizioni disperate. La scorsa notte la bambina è stata operata una prima volta, ieri mattina il quadro clinico rimaneva allarmante: «Le condizioni sono stazionarie ma molto critiche. La piccola è gravissima. È stata fatta una tac toracica di controllo da cui è emerso che il versamento è un po' diminuito, anche se permangono danni a entrambi i polmoni e sono molto seri». Poi, ancora un mix di speranza e angoscia: «Per quanto riguarda la colonna vertebrale, non sembra intaccato il midollo. Noi ci auguriamo che possa camminare. Non è assolutamente fuori pericolo, non sappiamo quando sarà possibile dichiararla fuori pericolo, ha fatto comunque un ecocardio e altri accertamenti i cui valori sono nella norma. Dobbiamo essere ottimisti. Un proiettile calibro 9 è passato da destra a sinistra, dunque ha provocato dei danni». Accanto alla bambina c'è l'amore della sua famiglia; ma a idealmente a fare il tifo per lei è tutta Napoli e l'Italia intera. Nella notte i chirurghi hanno estratto il proiettile che fortunatamente non ha raggiunto il cuore o altri organi vitali: «Altrimenti sarebbe morta all'istante». Il proiettile è di un modello dal nome inquietante: «full metal jacket». E altrettanto inquietante è l'aria che sta ammorbando Napoli sul fronte dell'emergenza camorristica: un veleno che ciclicamente torna a infettare le vene della città, magari dopo aver dato ai napoletani l'illusione di essersi liberati dal virus. Ma l'ora della guarigione è lungi dal sopraggiungere. A sopravvenire, invece, è l'ennesima faida tra clan lungo l'asse criminale che contrappone l'una all'altra la famiglia Rinaldi al nucleo Contini-Mazzarella. Guerra in stile Gomorra fondamentalmente per il controllo delle piazze di spaccio, ma anche degli altri racket. Un intreccio di affari sporchi e sgarri che hanno sancito la condanna a morte per Salvatore Nurcaro, il 32enne pregiudicato nel mirino del blitz dell'altroieri in piazza Nazionale.

Ma non sarebbe giusto descrivere Napoli come una città «ostaggio della camorra» (espressione cara ai politici che utilizzano gli omicidi per farsi propaganda). Il questore di Napoli, Antonio De Iesu, rivendica il gran lavoro delle forze dell'ordine: «Non daremo tregua a chi ha ferito la bambina. Stiamo destrutturando i clan, nelle ultime ore abbiamo arrestato 12 killer, tra loro anche i responsabili dell'uccisione dell'uomo freddato il 9 aprile davanti la scuola con accanto il nipotino, rimasto miracolosamente incolume». Dio è giusto.

Lo sarà anche per Noemi.

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