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Tutte le balle di Di Maio

Fake news a 5 Stelle. Dall’incarico immaginario ai veti infondati su Forza Italia: tutte le menzogne del leader grilllino

Tutte le balle di Di Maio

I giorni dello stallo passano lenti e uguali e le questioni in campo sarebbero chiare: nessuno ha la maggioranza, o si fa un patto di governo con qualcuno degli ex avversari o nisba, si torna alle urne. O, al massimo, ci si inventa l’ennesima forma di governo non politico. Eppure basta guardare questi semplici fatti con le lenti gialle dei Cinque stelle e, improvvisamente, si entra in una realtà parallela, un mondo in cui le regole della democrazia come le abbiamo conosciute da decenni vengono passate sotto la lente distorsiva di un cumulo di mezze verità o menzogne intere. Evidentemente la religione dell’onestà venerata dai pentastellati non si riferisce all’onestà intellettuale. Sarà quindi meglio ristabilire qualche verità di base, smontando le affermazioni più sballate di Luigi Di Maio e del suo Movimento.

LA VITTORIA

Nei giorni successivi al voto l’M5s ripete come un mantra di «aver vinto in tutta Italia» e, per dimostrarlo, diffonde una cartina del Paese in cui ogni regione è colorata a seconda di chi è il partito che in quell’area ha preso più voti. La cartina è quasi tutta gialla-cinquestelle. È un’elaborazione statistica come un’altra, ma usata in modo distorsivo. Con criterio simile, si potrebbe colorare di rosa ogni regione in cui la maggioranza degli elettori non ha votato per i Cinque stelle, e la cartina ne risulterebbe tutta rosa. L’M5s è andato alla grande ed è il primo partito, ma non ha vinto, se con questo si intende avere una maggioranza sufficiente a governare. Sembrerebbe una cosa ovvia per chiunque, ma evidentemente per gli abitanti di Grillolandia non lo è.

LA VOLONTÀ POPOLARE

«Formeremo un governo rispettando la volontà popolare», ripete Di Maio. Anche da Bruno Vespa richiama l’appello al rispetto della volontà popolare che, secondo lui, impone che sia lui a fare il premier: «Non concepisco il discorso del passo di lato, non saprei cosa dire agli italiani». Evidentemente, per Di Maio la volontà popolare conta solo se riguarda lui. Secondo lui, invece, Berlusconi, il cui nome presente sul simbolo di Forza Italia è stato votato da 4,5 milioni di persone, dovrebbe farsi da parte. Strana concezione della democrazia. È pur vero che 11 milioni di voti dell’M5s da soli sono più di quelli presi da Forza Italia, ma ricevere più consensi non autorizza a ritenere senza valore i voti altrui.

LA LEGGE ELETTORALE

«A causa dell’attuale legge elettorale - spiega Di Maio - nessuna forza politica ha la maggioranza per poter governare da sola». Il Rosatellum non è una bella legge, ma la frase di Di Maio è una bugia. Le simulazioni fatte con ogni altro sistema elettorale in vigore in passato in Italia e all’estero portano all’ingovernabilità. Il maggioritario puro avrebbe dato la maggioranza al centrodestra alla Camera.

LA COALIZIONE

«Io comprendo che la Lega sia all’interno di una coalizione, ma possiamo dirci che questa coalizione è nata solo per il Rosatellum». Anche se le frizioni all’interno del centrodestra conferiscono un’aura di credibilità a questa affermazione, anche in questo caso Luigi Di Maio dice una cosa falsa. Innanzitutto storicamente: l’alleanza tra Forza Italia e Lega ormai è vecchia di oltre vent’anni. Ma basta anche guardare alla realtà attuale: in diverse regioni, dalla Lombardia al Veneto, passando per la Sicilia, alle elezioni si è presentata una coalizione di centrodestra simile a quella nazionale e così anche in centinaia di comuni. E senza Rosatellum.

IL PASSO DI LATO

«C’è solo una soluzione per sbloccare questo stallo e investe Silvio Berlusconi: deve mettersi di lato e consentire la partenza per un governo di cambiamento». È la ricetta di Di Maio per superare lo stallo, coniata come se fosse una verità ovvia, un mero dato logico. Ma in che modo Silvio Berlusconi starebbe impedendo la nascita di un nuovo governo? La realtà è che se Matteo Salvini lo volesse, avrebbe i numeri per sostenere un governo con l’M5s, senza Forza Italia e Fratelli d’Italia. Che siano la fedeltà alla coalizione, o più concrete ragioni politiche (formare un’alleanza con i grillini dalla posizione di forza di leader della coalizione di centrodestra), di sicuro la scelta di non far nascere il governo, finora, è stata liberamente presa da Salvini. E la menzogna, in questo caso, è così fragile che, per dare corpo alla propaganda, interviene Alessandro Di Battista con una fake news: «Spero che Salvini abbia il coraggio di staccarsi da Berlusconi, ma forse non può farlo. Forse ci sono cose che non sappiamo. Si parla di fideiussioni, di quattrini dati alla Lega...».

Affermazioni senza prove e senza fondamento, da untore. Anche questa è onestà?

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