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Udine, il nuovo sindaco Fontanini: "Ora stretta sui profughi"

Il leghista Pietro Fontanini è il nuovo sindaco del capoluogo friulano: "Testa a testa con Pd molto combattuto. M5S? Qui non c'è stata nessuna alleanza"

Udine, il nuovo sindaco Fontanini: "Ora stretta sui profughi"

Leghista, classe 1952, Pietro Fontanini è il nuovo primo cittadino di Udine. Nel ballottaggio di domenica 13 maggio, il candidato di tutto il centrodestra ha battuto Vincenzo Martines, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra, per 280 voti.

Fontanini, insegnante laureato in Sociologia, ha alle spalle una lunga carriera politica: deputato e senatore della Repubblica italiana, dal 1997 al 2004 ha ricoperto l'incarico di sindaco di Campoformido. È stato Presidente della Regione e poi della Provincia di Udine.

Dopo un avvincente testa a testa con l'avversario Martines, Fontanini ha ottenuto il 50,37% dei consensi che gli sono bastati per strappare al Pd la storica roccaforte friulana. Da oggi i dem non governano nenache un capoluogo in Regione e amministrano in Friuli Venezia Giulia solo un Comune sopra i 15 mila abitanti, quello di San Vito al Tagliamento.

Sindaco Fontanini, dopo 15 anni, il centrosinistra si troverà all'opposizione. Quella che si è svolta al ballottaggio è stata una sfida all'ultimo voto.

"È stato un testa a testa molto combattuto anche perché c'è stato un calo dell'affluenza al ballottaggio. Io ho confermato i 18mila voti che avevo preso al primo turno, mentre le liste che erano rimaste escluse non mi hanno aiutato molto, anzi sono andati verso il mio avversario. Ma il centrodestra è compatto e quando siamo tutti uniti riusciamo anche a vincere le battaglie più difficili e complicate".

Quali sono stati i principali errori dell'ultima amministrazione di centrosinistra di Furio Honsell?

"L'errore più grande è stato quello di aver fatto perdere alla città la centralità politica che ha sempre avuto. Udine rappresenta il Friuli e ha un hinterland molto importante. Ora che non c'è più la Provincia, la città è diventata il punto di riferimento di più di 500mila abitanti. Adesso dovremo recuperare un po' di posizioni rispetto all'altro polo in regione, quello di Trieste. Inoltre la città era lasciata in abbandono: poca manutenzione e grande attenzione nei confronti dei profughi, considerati cittadini di serie A mentre i problemi degli udinesi molte volte passavano in secondo ordine".

Quali sono le politiche del centrodestra per i prossimi cinque anni?

"Dobbiamo occuparci della situazione profughi: a Udine dovremmo avere 250 richiedenti asilo secondo quanto previsto dall'accordo Anci -ministero dell'Interno che parla di 2,5/3 migranti per mille abitanti. Ora in città ci sono oltre 800 persone. Tutto ciò va ridimensionato, la gente non può sopportare questa presenza massiccia di richiedenti asilo. Bisogna anche riportare la polizia locale alle dipendenze del sindaco per dare forti segnali sulla sicurezza".

Matteo Salvini è stato più volte in Friuli Venezia Giulia per sostenere Lei alle comunali e Massimiliano Fedriga in Regione. Ora che il centrodestra ha conquistato tutto come si lavorerà?

"Ci sarà un coordinamento molto stretto con Massimiliano Fedriga. Lui, insieme a Salvini, è stato tra gli artefici del mio successo. Siamo compatti, entrambi della Lega. Abbiamo lavorato fino ad ora insieme e continueremo a farlo per dare a Udine quel ruolo che le spetta. Ho parlato con Fedriga subito dopo la vittoria, è stata una bella telefonata. Matteo Salvini lo sentirò a breve, probabilmente è un po' impegnato con la formazione del nuovo governo".

Come vede queste trattative per far nascere un governo giallo-verde?

"Si tratta di un esperimento. A Udine non ha avuto successo dato che al ballottaggio il M5S non ha dato indicazioni di votare per me: hanno preferito mantenere una neutralità nei confronti dei due candidati.

Vedremo ora cosa succederà, ci vuole impegno sulle cose da fare".

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