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Commissione Ue, Buti:"Ok sui numeri, non sui contenuti della manovra"

"Abbiamo approvato i numeri, non i contenuti della manovra". A spiegarlo è Marco Buti, direttore generale per gli Affari economici della Commissione europea, che critica fortemente il governo Conte

Commissione Ue, Buti:"Ok sui numeri, non sui contenuti della manovra"

"Abbiamo approvato i numeri, non i contenuti della manovra". A spiegarlo con una lettera al Corriere della Sera è Marco Buti, direttore generale per gli Affari economici della Commissione europea.

Commissione che si è limitata "a individuare un obiettivo di disavanzo che potesse essere considerato (anche grazie all’utilizzo di clausole di flessibilità) 'accettabile'" ma "come arrivare a garantire tale saldo - sottolinea Buti - è, e rimane, competenza dell’Italia, del Governo che ha presentato il maxi-emendamento, del Parlamento che lo vota".

"La Commissione non ha avuto alcun ruolo nella definizione delle specifiche misure della manovra, nè tantomeno sulla loro qualità", ribadisce l'alto funzionario Ue secondo il quale, senza le correzioni apportate, l'avvio della procedura d'infrazione sarebbe stato inevitabile. La Commissione ha solo il compito di "sorvegliare i saldi di bilancio dei Paesi dell’Unione, in modo da prevenire e, se necessario, correggere disavanzi eccessivi. Invece, la composizione del bilancio (cioè le specifiche misure della manovra) resta sotto la responsabilità dei Paesi e dei rispettivi Parlamenti nazionali", spiega Buti smentendo quanto il governo gialloverde va propagandando da mesi. Non è vero che l'Ue ha imposto di cambiare i contenuti della manovra e "l'Italia non costituisce un’eccezione in tal senso". Resta vero, invece, il fatto che il parere della Commissione sulla manovra fosse negativo e che "aveva chiaramente indicato come le misure incluse per il 2019 comportassero un arretramento nel processo di riforma intrapreso in linea con le raccomandazioni specifiche per Paese indirizzate all’Italia nell’ambito del cosiddetto Semestre europeo, e come non ci fossero misure adeguate per affrontare la stagnazione a lungo termine della produttività". "Questo giudizio sul contenuto delle misure rimane tuttora globalmente valido", ribadisce l'economista. "Tuttavia tale conclusione non è sufficiente a giustificare l’apertura di una Procedura per deficit eccessiva", sottolinea Buti. Il funzionario ripercorre l'iter di tutti i rilievi negativi evidenziati dalla Commissione e conclude: "Nel caso dell’Italia questo processo ha avuto proprio inizio il 5 ottobre, lasciando ampi margini di tempo per una possibile revisione del progetto di legge di Bilancio.

Imputare alla Commissione i tempi estremamente ristretti in cui il Senato prima e la Camera poi si trovano a votare la legge di bilancio non rappresenta un’interpretazione coerente con la realtà dei fatti".

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