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La Ue ci condanna per il Def. E il premier chiude gli occhi

È ufficiale: la Commissione europea boccia la manovra. Ma Conte e Tria insistono: "Avanti, i conti sono a posto"

La Ue ci condanna per il Def. E il premier chiude gli occhi

La bocciatura della manovra da parte della Commissione Ue è stata netta. Le previsioni sono state confermate e, dunque, partirà la procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. Il piano di bilancio del governo evidenzia una «inadempienza particolarmente grave rispetto alle raccomandazioni» indirizzate all'Italia, ha reso noto la Palazzo Berlaymont prefigurando scenari negativi per il futuro in quanto «l'incertezza e l'aumento dei tassi di interesse stanno provocando danni all'economia italiana, ostacola la capacità delle banche di prestare alle imprese e alle famiglie a costi abbordabili». Nel dettaglio risultano sgraditi: quota 100 perché il tasso di occupazione è sotto la media, il condono perché scoraggia la fedeltà fiscale, la soppressione di alcuni regimi favorevoli alle imprese e l'inasprimento del prelievo sulle banche oltre al contributo da privatizzazioni stimato allo 0,15% del Pil.

Il Documento programmatico di bilancio dell'Italia viola in maniera «particolarmente grave le raccomandazioni indirizzate all'Italia il 13 luglio» nelle quali si suggeriva di «ridurre il deficit strutturale dello 0,6% di Pil nel 2019», mentre nella manovra «il deficit strutturale vedrebbe un aumento di circa l'1% del Pil il prossimo anno: questi numeri parlano da soli», ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, sottolineando che «in una situazione di debito molto alto, l'Italia sta essenzialmente pianificando una spesa aggiuntiva significativa, invece della necessaria prudenza di bilancio». L'impatto di questa manovra sulla crescita «sarà probabilmente negativo dal nostro punto di vista: non contiene misure significative per rafforzare il potenziale di crescita, anzi il contrario». Il vero rischio, ha concluso, è che il Paese «proceda come un sonnambulo verso l'instabilità»

Meno altero, ma ugualmente fermo il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. «La nostra porta resta aperta, noi restiamo sempre disponibili al dialogo», ha rimarcato precisando che «questa manovra comporta dei rischi per l'economia italiana, le sue imprese, i suoi risparmiatori e i suoi contribuenti». Non si tratta di «un conflitto tra Moscovici e Salvini o tra Bruxelles e Roma», ha aggiunto ricordando che «l'Italia è divisa dal resto dei Paesi dell'Eurozona che sostengono la posizione della Commissione». Insomma, Moscovici lascia uno spiraglio per la resipiscenza.

Le repliche, tuttavia, non lasciano ben sperare. «È arrivata la lettera di Bruxelles? Va bene, aspettiamo quella di Babbo Natale», ha risposto sarcasticamente Matteo Salvini ribadendo che aggiungendo che «sanzionare un contribuente netto dell'Ue per una manovra economica di crescita mi sembrerebbe strano: ci lascino lavorare». L'Unione «si convincerà che, per raggiungere l'obiettivo, abbiamo scelto l'unica strada che funziona», gli ha fatto eco Luigi Di Maio. Il premier Giuseppe Conte, che questo pomeriggio riferirà alla Camera e sabato incontrerà Jean-Claude Juncker a Bruxelles, confida di «poter convincere anche gli interlocutori europei che questa è la strada migliore per noi e anche per l'Europa». «La drammatizzazione del dissenso tra Italia e Commissione Ue danneggia l'economia italiana e di conseguenza l'economia europea: i conti sono sotto controllo», ha chiosato il ministro dell'Economia, Giovanni Tria. Icastico il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.

«Una situazione imbarazzante», ha detto.

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