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La Ue molla ancora i profughi all'Italia

Bruxelles ci dà la mancetta: triplicati i fondi a Triton. Ma nemmeno stavolta sfiderà i trafficanti di uomini

La Ue molla ancora i profughi all'Italia

«Abbiamo una strategia». Matteo Renzi canta vittoria, ma ammette che la strategia abbozzata nel vertice straordinario di Bruxelles sull'emergenza migranti è tutta da verificare. E ci vorranno mesi. Insomma il passo non cambia. Resta quello di sempre. Pigro e zoppicante. L'Unione Europea offrirà qualche euro in più triplicando i fondi destina a Triton, ma alla fin dei conti spenderà meno di quanto l'Italia scuciva da sola ai tempi di Mare Nostrum. Per il resto invece tutto resta come prima. I paesi dell'Unione neanche stavolta apriranno le porte ai disperati approdati sulle coste italiche. Neanche stavolta dichiareranno guerra ai trafficanti di uomini. Neanche stavolta sfideranno la coalizione islamista al potere a Tripoli. Una coalizione che non muove un dito per fermare i trafficanti di uomini e minaccia Bruxelles spiegando di non tollerare interventi contro i trafficanti di uomini presenti sui propri sui propri territori. Minaccia efficace perché l'Europa fa dietro front e si sfila affidando all'Alto Rappresentante per gli Esteri Federica Mogherini un mandato esplorativo.

La guerra ai trafficanti insomma può attendere. Per tutto il resto i 28 se la cavano con qualche promessa. Il vertice straordinario di Bruxelles conferma insomma la spregiudicata abilità di un'Europa bravissima nell' esibir generosità sfruttando l'accoglienza offerta e pagata dall'Italia. Quando si arriva al nocciolo del problema, quando si discute su chi si accollerà i migranti recuperati dai volenterosi dell'ultima ora scopri infatti che quei disperati non li vuole nessuno. O meglio che tutti pensano di lasciarli, anche stavolta, a noi.

Dal vertice straordinario emerge, insomma, il consueto cinismo di 27 pseudo-alleati convinti di cavarsela trasformando l'Italia in un enorme campo profughi. Il primo a farlo capire con schiettezza anglosassone è David Cameron. Dopo essersi offerto di spedire nel Mediterraneo la nave da sbarco Hms Bulwark appoggiata da due guardacoste e tre elicotteri il premier britannico chiarisce che Londra non s'accollerà manco un migrante e s'affretterà a scaricarli «nel porto più vicino». Quindi in Italia. All'esplicito rifiuto di Cameron s'aggiunge la taccagna ambiguità di frau Angela Merkel. La «cancelliera» tace sull'accoglienza mentre sul piano dell'operatività marittima si limita a garantire lo spostamento nel Mediterraneo di una nave già impiegata nella missione antipirateria in Somalia. Insomma generosità a costo zero. La netta chiusura dei 28 a qualsiasi ripartizione concreta di naufraghi e migranti era già emersa nelle ore precedenti il vertice. Arrivando nella sede del Consiglio Europeo, il presidente Donald Tusk osservava che l'argomento della solidarietà tra stati membri sarebbe stato «forse il più difficile» tra quelli all'ordine del giorno. Altre indiscrezioni alludevano a una bozza di accordo in cui si specificava che i paesi dell'Unione Europea non avrebbero concesso più di 5000 diritti di asilo per l'intero 2015. La cifra, tanto per capirci, non copre neppure un quarto dei circa 23mila migranti accolti dall'Italia nei primi tre mesi e mezzo del 2015. E se le cose andassero come l'anno scorso, quando in Italia sbarcarono oltre 150mila migranti, i nostri partner europei se la caverebbero lasciando all'Italia 145mila disperati. Quanto ai soldi c'è poco da star allegri. Anche dando credito all'intenzione dell'Unione Europea di triplicare il budget di Triton portandolo da 2,9 milioni di euro al mese a 8,7 il totale garantito non raggiungerà gli oltre nove milioni di euro mensili messi a disposizione dall'Italia tra il novembre 2013 e l'ottobre 2014 per far funzionare Mare Nostrum.

Anche sul terreno del vil denaro, quello più facile da offrire quando c'è da ripulirsi la coscienza, la generosità dell'intera Unione Europea non supera, insomma, quella già messa sul tavolo dal nostro Paese.

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