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La Ue regala alla Turchia i ricollocamenti dell'Italia

Braccio di ferro sugli immigrati. Nuovo schiaffo di Bruxelles a Roma

La Ue regala alla Turchia i ricollocamenti dell'Italia

Roma - Bruxelles continua a mostrare all'Italia la sua faccia conciliante, quella del Commissario alle migrazioni Dimitri Avramopoulos che, sottolineando la ripresa massiccia degli sbarchi, promette che «Italia e Grecia vanno sostenute» e che il piano di ricollocamenti dei rifugiati verso altri Paesi Ue sarà accelerato. Dietro le dichiarazioni ufficiali la verità è che l'Ue si prepara a mollare un altro sonoro ceffone all'Italia. I trasferimenti procedono al rallenty: da dicembre a oggi solo 1.145 profughi hanno trovato casa in altri Paesi membri. Nel libro dei sogni c'è la promessa di arrivare a 20.000 entro metà maggio. La realtà è che la Commissione lavora a una proposta che restringe ulteriormente le possibilità di trovare una nuova casa ai rifugiati che si trovano in Italia. Dopo la rinuncia dell'Ungheria, la sua quota di 54.000 ricollocamenti doveva essere redistribuita a vantaggio di Italia e Grecia. Bruxelles invece vuole cederla alla Turchia con il meccanismo dei reinsediamenti, cioè il trasferimento in Europa di chi ha sicuro diritto all'asilo, perlopiù siriani. L'Italia così non solo non vede accrescere la sua quota di ricollocamenti, ma rischia di avere meno sbocchi, perché la proposta prevede anche che chi accoglie i rifugiati dalla Turchia, ne avrà meno da Italia e Grecia. Se in teoria il saldo finale resta invariato, in pratica i pochi Paesi che stanno davvero accogliendo rifugiati finiranno così col saturare le proprie quote con i siriani provenienti dalla Turchia.

La linea della Commissione è ancora una volta quella tedesca: l'accordo con la Turchia è la priorità, anche perché, è la giustificazione di Bruxelles, tanto l'Italia per ora non ospita migranti di nazionalità che hanno diritto all'asilo. E pazienza se con la chiusura della rotta balcanica le cose potrebbero cambiare. «Comprendiamo l'importanza dell'accordo con la Turchia, simile a quello che Berlusconi fece con la Libia nel 2008, determinando la riduzione degli sbarchi in Italia del 90% - commenta Salvo Pogliese, europarlamentare di Forza Italia - ma non può essere sempre l'Italia a sostenerne il peso.

La proposta della Commissione modifica una precedente decisione del Consiglio Ue, penalizzando l'Italia, e, come al solito, la Mogherini tace e il governo italiano incassa il colpo».

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