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Ultimatum dell'Unesco, Venezia all'attacco. In Laguna servono meno tutele e più poteri

Vertice ieri a Parigi tra il sindaco Brugnaro e i funzionari dell'agenzia Onu

Ultimatum dell'Unesco, Venezia all'attacco. In Laguna servono meno tutele e più poteri

La visita a Parigi, nella sede dell'Unesco, del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è un'occasione importante per accendere i riflettori sulla città. Nei mesi scorsi l'organizzazione internazionale che si occupa di cultura ha messo l'amministrazione veneziana sul banco degli imputati, accusandola di trascurare i problemi che riguardano la Serenissima: dallo spopolamento al turismo di massa. E l'incontro parigino ha avuto il compito di riannodare i rapporti dopo le polemiche.

Certo Venezia deve far fronte a varie emergenze (basti pensare all'acqua alta e al deteriorarsi del patrimonio immobiliare), ma la politica non individua quasi mai le soluzioni adeguate, dato che tende ad adottare scelte che aggraverebbero la situazione.

Pochi comprendono che la città ha soprattutto bisogno di essere restituita agli abitanti e sottratta a troppe tutele e protezioni. Si pensi solo a titolo esemplificativo a tutte quelle abitazioni (e sono moltissime) che, senza essere il Palazzo Ducale o la Cà d'Oro, sono sotto il controllo della Sovrintendenza: il che crea difficoltà quando si compra o vende, si sposta un muro, e via dicendo. Oltre a ciò, è urgente e ormai il risultato potrebbe essere a portata di mano che s'indica il referendum sulla separazione di Venezia da Mestre. Si tratta di realtà diversissime e che non possono essere gestite assieme. È facile capire che i «sestieri» del centro storico hanno esigenze uniche e devono quindi disporre di un'amministrazione propria. Questo, però, può essere solo il primo passo.

C'è poi l'esigenza che si ponga fine a quella penalizzazione a causa della quale ogni veneziano patisce un «residuo fiscale» (la differenza tra quanto paga e quanto riceve) superiore ai 3mila euro. Come il resto del Veneto, la città subisce un salasso che non solo è ingiusto, ma le impedisce di far fronte alle sfide maggiori. In passato i veneziani non hanno dato buona prova nel gestire la città e anche il dibattito odierno (che chiede sempre maggiori interventi assistenziali, prezzi calmierati per gli affitti, vincoli sulle destinazioni d'uso e altre soluzioni dirigistiche) non appare esaltante.

Ma solo dando ai veneziani la responsabilità sul loro futuro si potrà sperare di vedere rinascere la città.

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