Politica

Ultimatum del direttore (tedesco) a Berlino «Adesso ridateci il quadro rubato dai nazisti»

L'opera di van Huysum trafugato dai militari nel 1943 è nelle mani di privati

Manila Alfano

Restituite il capolavoro agli italiani. è questo l'appello del direttore degli Uffizi di Firenze, lui tedesco proprio come quelli che lo hanno rubato all'epoca (i nazisti) e che lo hanno adesso (una famiglia di privati). Piace questo direttore dall'aria risoluta e che parla senza troppi giri di parole. Eike Schmidt approfitta del primo giorno dell'anno per ripetere un concetto già ribadito in questi anni. «Un appello alla Germania, per il 2019: ci auguriamo che nel corso di quest'anno possa essere finalmente restituito alle Gallerie degli Uffizi di Firenze il celebre Vaso di Fiori del pittore olandese Jan van Huysum, rubato da soldati nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e, attualmente, nella disponibilità di una famiglia tedesca che, dopo tutto questo tempo, non l'ha ancora reso al museo, nonostante le numerose richieste da parte dello Stato italiano». Il dipinto è un capolavoro di Jan van Huysum (Amsterdam 1682-1749), pittore di nature morte di grandissima fama: si tratta di un olio su tela, cm 47 x 35, appartenente alle collezioni di Palazzo Pitti fin dal 1824, quando fu acquistato dal granduca lorenese Leopoldo II per la Galleria Palatina appena fondata. Per oltre un secolo restò esposto nella sala dei Putti, insieme ad altre nature morte olandesi realizzate dai massimi artisti del '600 e '700, tra i quali Rachel Ruysch e Willem van Aelst. Poi la guerra.

Nel 1940, quando la reggia fu evacuata, il quadro venne portato nella villa medicea di Poggio a Caiano. Nel 1943 fu spostato nella villa Bossi Pucci, sempre a Firenze, fino a quando militi dell'esercito tedesco in ritirata lo prelevarono insieme ad altre opere per trasferirlo a Castel Giovio, in provincia di Bolzano. La cassa in cui si trovava il Vaso di Fiori di Palazzo Pitti venne aperta: l'opera trafugata finì in Germania, dove se ne persero le tracce. Ricomparve solo decenni dopo, nel 1991, poco dopo la riunificazione tedesca: da allora - si legge in una nota - vari intermediari hanno tentato più volte di mettersi in contatto con le autorità in Italia chiedendone addirittura un riscatto. Una richiesta di tale assurdità che recentemente, dopo l'ultima oltraggiosa offerta, la procura di Firenze ha aperto un'indagine. Il quadro infatti è già di proprietà dello Stato Italiano, e pertanto non è alienabile nè acquistabile. «A causa di questa vicenda che intacca il patrimonio delle Gallerie degli Uffizi, le ferite della seconda Guerra Mondiale e del terrore nazista non sono ancora rimarginate.

La Germania dovrebbe abolire la prescrizione per le opere rubate durante il conflitto e fare in modo che esse possano tornare ai loro legittimi proprietari», osserva Schmidt, sottolineando che «per la Germania esiste comunque un dovere morale di restituire quest'opera al nostro museo».

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