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Ultimi tavoli nel centrodestra, la Lega vuole due città

Risolti Milano e Roma, restano i nodi Bologna e Novara. In settimana tutti i nomi

Ultimi tavoli nel centrodestra, la Lega vuole due città

Roma - Questa sarà la settimana decisiva per trovare la quadra complessiva sulle candidature alle prossime amministrative. Con Guido Bertolaso convinto da Berlusconi alla corsa per il Campidoglio e il jolly Stefano Parisi su Milano, il grosso è fatto. Alcuni nodi, però, non si dipanano. Sottotraccia va in scena un braccio di ferro tra Fratelli d'Italia e Lega per la conquista di altre città minori. Il Cavaliere cerca di mediare e di riportare gli alleati sulla retta via ripetendo di «pensare alla coalizione più che agli interessi di partito». Gli appetiti però rimangono e le discussioni si avvitano su se stesse.

La Lega pretende la sua Lucia Borgonzoni a Bologna e sia gli azzurri sia Fratelli d'Italia sarebbero disposti a concedergliela. Il problema è che Salvini vuole un suo uomo anche a Novara: Alessandro Canelli. Il leader del Carroccio era stato tranchant: o lui o lui. Peccato che Fratelli d'Italia non ci stia. Questione di metodo e di merito. Pare che la candidatura alternativa, quella del deputato meloniano Gaetano Nastri sia molto più forte. «Allora rimettiamo in discussione tutto e rilanciamo le primarie», è stata la minaccia di Giorgia Meloni. La quale ha confermato, da Bologna, che i giochi non sono ancora fatti: «Non si è ancora sciolta la riserva. Contiamo entro la fine di questa settimana di avere un incontro definitivo sulle grandi città sulle quali ancora bisogna trovare una quadratura del cerchio». Insomma, il mosaico non s'è ancora completato anche se si giura che nel week end, magari grazie all'ennesimo trilaterale tra gli alleati, tutto dovrebbe andare a posto.La Lega continua a manifestare i propri malumori per la candidatura di Bertolaso ma ormai non si può più tornare indietro anche perché la Meloni non lo permetterebbe: l'ipotesi Marchini è morta e sepolta e non potrà più risorgere. Qualche mal di pancia per il tramonto di Marchini, tra gli azzurri, c'è stato eccome.

L'ala romana del partito, formata da Gasparri e Tajani, avrebbe volentieri sostenuto l'imprenditore ma i veti fratellitalioti l'hanno impedito. I malumori, però, stanno rientrando e tutti sembrano voler remare con convinzione a favore dell'ex capo della Protezione civile.Il Cavaliere, però, non si appassiona alle lotte tra gli alleati e pensa principalmente a come scalzare Renzi. Il quale non è stato votato da alcuno ma è a palazzo Chigi ormai da due anni e si appresta pure a festeggiare: «Renzi annuncia che lunedì prossimo festeggerà i primi due anni di governo, che coincidono con due anni di non-democrazia in cui l'Italia è governata da chi non solo non ha vinto le elezioni, ma addirittura non vi ha neppure preso parte», è l'attacco di Deborah Bergamini.

Le fa eco il fedelissimo senatore Marco Marin: «Ormai siamo al culto della personalità!».

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