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"Ultimo" contrattacca: nessun golpe

Il colonnello smentisce la pm: «Mai parlato dell'ex premier». Indaga l'Arma

"Ultimo" contrattacca: nessun golpe

Roma Dell'originaria ipotesi di corruzione dell'inchiesta Consip si sono perse le tracce da un pezzo. Quello che ne rimane è un susseguirsi di colpi di scena che si trasformano sempre di più in un bagno di sangue per gli investigatori.

Tra i protagonisti dell'ultimo capitolo c'è il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il capitano Ultimo che arrestò Totò Riina. A tirarlo in ballo, assieme con l'ufficiale del Noe da poco promosso maggiore Gian Paolo Scafarto, è la procuratrice di Modena Lucia Musti, che a luglio ha raccontato al Csm di quei due militari che si ostinavano ad anticiparle l'esito dei loro accertamenti con toni da «esagitati»: «Dottoressa, lei se vuole ha una bomba in mano, lei può farla esplodere. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi». Così le parlò nel 2016 Scafarto, prima di finire sotto indagine per falso e violazioni di segreto nell'inchiesta Consip.

Un anno prima anche il capitano Ultimo, all'epoca capo del Noe - dopo aver trasmesso da Napoli a Modena uno stralcio di un'altra indagine per corruzione che aveva condotto con Scafarto, quella sulla Cpl-Concordia dove erano state inserite tra l'altro alcune telefonate intercettate tra il generale della Finanza Michele Adinolfi e l'allora premier Matteo Renzi - avrebbe detto alla Musti che aveva una «bomba in mano» e che lei avrebbe potuto farla esplodere.

Adesso che la testimonianza della procuratrice davanti al Csm (dove c'è un fascicolo aperto su una fuga di notizie che riguarda proprio le telefonate tra Renzi e Adinolfi, ndr) è finita sui giornali, il capitano Ultimo è uscito allo scoperto per negare tutto. «Non ho mai svolto indagini per fini politici», ha detto all'Ansa parlando piuttosto di «una campagna di linciaggio mediatico». «Non ho mai spinto la Musti a compiere azioni illegali né l'ho mai forzata - ha spiegato - Abbiamo sempre eseguito le indagini che ha richiesto con lealtà. Non ho mai parlato di Renzi né con la dottoressa né con altri», ha assicurato il colonnello sottolineando anche di non «aver mai avuto esaltazioni o esagitazioni» in seguito alle indagini svolte, neppure quando ha arrestato Riina.

A chi ha paventato colpi di stato e azioni eversive il capitano Ultimo dice di «stare sereni»: «Mai abbiamo voluto contrastare Renzi o altri politici, mai abbiamo falsificato alcunché». La procuratrice di Modena non ha voluto commentare le dichiarazioni di Ultimo: «Risponderò solo alle domande dei magistrati di Roma», mentre il comando dei carabinieri prende le distanze («Valuteremo le sue parole») e anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, si smarca («Parole personali»). Spetterà comunque ai pm della Capitale, adesso, stabilire come procedere nei confronti dei due carabinieri. L'incartamento del Csm è già arrivato a piazzale Clodio ma non è ancora stato esaminato.

Nei prossimi giorni la Procura deciderà se avviare un procedimento a parte oppure se inserire le nuove carte nel filone Consip sulla fuga di notizie.

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