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Umiliato sui migranti Il premier ora scopre che la Ue non esiste più

Quei sospetti sulla sfuriata tardiva di Renzi: "L'Europa ha parlato tanto e fatto poco"

Umiliato sui migranti Il premier ora scopre  che la Ue non esiste più

Altro che lo «spirito di Bratislava» evocato da Angela Merkel, il rischio è che tra poco dell'Europa resti solo «il fantasma».

All'indomani dello strappo italiano al Consiglio europeo, Matteo Renzi spiega, in un'intervista al Corriere della Sera, le ragioni del suo allarme per il rischio di «fallimento» post Brexit dell'Unione Europea. E, dopo mesi di toni concilianti, di meeting a tre pieni di sorrisi con Germania e Francia e di duetti soavi con la Cancelliera, il premier italiano scopre che nulla è cambiato in meglio, e torna ad indossare in Europa i panni del guastafeste, ad alzare i toni con i partner e a denunciare che la Ue, così, non funziona. Una sfuriata tardiva, accusano i critici, che poco cambia in Europa e che - sospettano - è tutta mirata, piuttosto, all'opinione pubblica italiana. Lui nega recisamente di averlo fatto per rianimare il consenso in vista del referendum («Mai stato ottimista sul suo esito come adesso», assicura), ed esclude che abbia avuto un ruolo la sua battaglia pro-flessibilità in funzione della prossima legge di Stabilità: «È già pronta - dice - onora le regole europee e rispetta quei parametri del fiscal compact che il Parlamento precedente ha votato su indicazione di Brunetta e Fassina, responsabili economici dei partiti di allora». Quanto alla flessibilità, aggiunge, l'Italia se la prenderà: «Come prevedono le stesse regole, scomputeremo dal patto gli eventi eccezionali, legati al piano di prevenzione post-terremoto Casa Italia e all'immigrazione che l'Europa non riesce a gestire». E che l'Italia, primo approdo mediterraneo, sia stata lasciata sola a fronteggiare un fenomeno epocale che dovrebbe riguardare l'intero occidente Renzi lo denuncia, per la prima volta, con toni durissimi: «L'Europa ha parlato tanto e fatto poco. Noi abbiamo fatto hotspot, fotosegnalamento, salvataggi, lotta agli scafisti». Mentre «loro» hanno solo «messo un paio di navi nel Mediterraneo, che scaricano i migranti in Sicilia». Nel testo uscito dal vertice di Bratislava, lamenta il premier, «non c'è una riga su Africa e immigrazione», non c'è un accenno a quel Migration Compact che l'Italia si è fatta carico di presentare a Bruxelles e che, a parole, è stato apprezzato e lodato dagli altri paesi: «Lo abbiamo proposto sei mesi fa - ricorda il premier - Juncker lo ha ripreso nel suo discorso e gliene siamo grati. Ma per il momento sono solo parole». Se così stanno le cose, è l'affondo, «l'Europa ammetta di aver fallito, e che gli egoismi nazionali sono più forti della politica».

A Renzi fa eco il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi: serve un «cambio di strategia più ampio», perché «fino a oggi l'Europa ha fallito, non ha favorito la crescita, e per questo occorre che i leader si assumano responsabilità più ampie». Ma le opposizioni attaccano: «Renzi vuole che cambi la politica sull'immigrazione? La smetta di portare clandestini in Italia con le navi della Marina militare nel nostro Paese», dice Maurizio Gasparri di Fi. I grillini accusano il premier di aver fatto una «sceneggiata» ad uso interno.

E anche nel Pd Francesco Boccia dice «bene le critiche, ma ora Renzi sia conseguente», e metta sul serio in discussione il Patto.

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