Cronache

Un'altra prof dei centri sociali: calci, sputi e insulti ai poliziotti

La docente denunciata con una collega per gli scontri durante un corteo. Salvini: "Una così non può insegnare"

Un'altra prof dei centri sociali: calci, sputi e insulti ai poliziotti

Era successo il 22 febbraio dell'anno scorso. A Torino. Un'insegnante, Lavinia Flavia Cassaro aveva augurato la morte ai poliziotti nel corso di una manifestazione «antifascista». Che visti i toni si nutre qualche dubbio. Per il fatto l'insegnante venne licenziata. E ora, a Padova un'altra docente, attivista dei centri sociali, già nota alle forze dell'ordine, aderente al movimento femminista «Non una di Meno», ha voluto emulare la ex collega torinese.

Venerdì sera nel corso di una manifestazione organizzata dal centro sociale «Pedro contro Forza Nuova», la docente, Maria Giachi, trent'anni, di origine veronese, ha calciato, sferrato pugni e ha tentato di mordere i poliziotti. Precaria, attualmente tiene una cattedra di matematica all'istituto superiore Alberti di Abano Terme.

Con lei c'era anche Marisol La Biunda Castellani, già arrestata negli scontri del 17 luglio 2017 a Padova. Le due sono state denunciate per resistenza a pubblico ufficiale perché accusate di aver offeso, scalciato e sputato contro i poliziotti. Come spiegano fonti ufficiali al Giornale, lo sputo è partito da La Biunda Castellani. L'insegnante ha dato il meglio di sé con calci, pugni e tentativi di morsi in uno scontro con gli uomini della Digos di Padova. Ma la Giachi, già accusata di associazione a delinquere, occupazione abusiva, violenza e resistenza a pubblico ufficiale durante un blitz per la liberazione di uno stabile Ater in un quartiere padovano, nel febbraio 2016 era anche finita agli arresti domiciliari e dopo poche settimane era tornata in libertà.

Ora, aderendo al principio per cui gli insegnanti dovrebbero dare il buono esempio, oltre a essere stata messa in cattedra, per lei una denuncia a piede libero. E la scuola che ha avviato un'indagine interna. Sul caso è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini.

«Una persona del genere può fare l'educatrice?», ha twittato. «Nessuno può permettersi ha detto - di insultare le nostre donne e uomini in divisa, solidarietà e stima per le nostre forze dell'ordine». Secondo il ministro poi, «pochi giorni fa», la donna «era stata pizzicata mentre imbrattava con dello spray alcuni muri del centro cittadino».

Anche l'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan si fa sentire. «Se le accuse saranno confermate, la mia opinione è che dovrebbe essere allontanata da scuola - dice -. Quel comportamento è diseducativo, senza rispetto per il ruolo che interpreta. Rischia di ledere l'immagina dell'istituto dove lavora. Ho sempre difeso la libertà di espressione e di pensiero ma c'è un limite che non va superato: quello del rispetto. Qui visto il suo ruolo, c'è una mancanza di rispetto per due istituzioni: la scuola e le forze dell'ordine».

Un rispetto che viene sempre più a mancare.

Del resto cosa possiamo pretendere quando le femministe a Verona intonavano: «poliziotti, poliziotti, ma che ci state a fare, se a casa ci sono i piatti da lavare?».

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