Politica

Unioni civili, il governo traballa «Lasciamo libertà di coscienza»

Il premier affida alla Boschi il ruolo di mediatore sul testo Cirinnà: l'obiettivo di Renzi è portare a casa la legge. E per evitare spaccature in maggioranza spunta il voto personale

E ra sparita dai radar. Defilata, quasi nascosta, messa al riparo dall'onda lunga dell'inchiesta sulla Banca Etruria. Invece riecco a voi Maria Elena Boschi, di nuovo sulla breccia, impegnata in un difficile lavoro di mediazione. Matteo Renzi, preoccupato per le tensioni che sta provocando la legge sulle unioni civili, le ha dato l'incarico di trovare un punto di incontro politico con i cattolici del Pd e gli alfaniani: ballano all'incirca una trentina di voti. E lei forse ci riuscirà, perché il premier le ha dato un ottimo strumento di convinzione, la libertà di coscienza.E mentre sul versante diplomatico il ministro per le Riforme sta cercando recuperare almeno in parte la dissidenza, sul piano tecnico la cabina di regia del Pd ha studiato un possibile compromesso tra la stepchild adoption e l'affido rafforzato chiesto da Ncd: e cioè una specie di stepchild ristretta, che escluda la pratica dell'utero in affitto. Basterà a convincere tutti?In mattinata Renzi riceve a Palazzo Chigi la Boschi e i due capogruppo Zanda e Rosato. Il premier vuole «fortemente» far approvare la legge, però preferisce prudentemente di tenere il governo fuori dalla questione. «Non vogliamo essere invadenti su questa materia, saranno i partiti a lavorare». Sotto c'è la solita questione dei numeri: i cattolici frenano e sui Cinque Stelle, che si erano detti pronti ad appoggiare il provvedimento, dopo le ultime polemiche non si può fare affidamento. Il testo preparato da Monica Cirinnà sarà il punto di partenza della discussione, però sugli aspetti più spinosi il Pd, raccontano parlamentari vicini al premier, lascerà piena libertà di coscienza. «L'obbiettivo è quello di portare la legge a casa, su questo siamo tutti d'accordo, laici e cattolici».In attesa di trovare la quadratura del cerchio, la direzione del Nazareno, prevista per il 18, slitta a fine mese. La Boschi si sta dando fare perché dall'assemblea del gruppo al Senato, la settimana prossima, esca una proposta comune che non si distacchi troppo dal testo originario.Spazio quindi alla trattativa parlamentare, per non incrinare i rapporti con Alfano. Ma l'affido rafforzato del figlio dell'altro partner nei casi di unioni omosessuali, spiegano nel Pd, non può essere una via d'uscita, e non solo per motivi politici. Molti infatti i dubbi dei costituzionalisti su un meccanismo che diventerebbe un pasticcio giuridico difficile da districare nelle inevitabili cause in tribunale.Da qui l'idea della stepchild ristretta: niente uteri in affitto, adozioni limitate ai figli già nati al momento della registrazione ufficiale. «Sono solo esempi - dice Walter Verini -. Se ne possono studiare altri. Ma il nostro lavoro è teso a rassicurare chi in buona fede si dice contrario alla stepchild adoption». Della proposta si discuterà tra martedì e mercoledì in una nuova riunione della cabina di regia, dove ci sono componenti di diversa estrazione: dal cattolico iper-renziano Stefano Lepri, al senatore gay dichiarato Sergio Lo Giudice, alla Cirinnà.«Partiamo dal no all'utero in affitto - sostiene il senatore Francesco Russo, un altro negoziatore -, un tema vero che unisce laici e cattolici». Rocco Buttiglione apprezza «l'apertura del governo». Ma per Alessandro Pagano, Ap, «l'unica mediazione possibile è il ritiro della Cirinnà».

E la solita Paola Binetti chiude: «Se non si stralcia tutto ciò che riguarda i figli, raggiungere un accordo sarà impossibile».

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