Cronache

Un'ordinanza bestiale: "Il padrone pulisca anche la pipì di Fido"

I proprietari dei cani dovranno sempre portare con sé una bottiglia di disinfettante

Un'ordinanza bestiale: "Il padrone pulisca anche la pipì di Fido"

«Chi rompe paga!». E «Chi fa pipì pulisce!». Benvenuti a Chivasso (Torino) dove il primo cartello è esposto il alcuni negozi, mentre il secondo annuncio campeggia sull'ordinanza del sindaco affissa ai muri. Kurz, pastore tedesco (nel senso di cane), si avvicina al manifesto, lo annusa e alza la zampa posteriore: al padrone scappa da ridere, mentre a Kurz scappa, e basta; espletato il «bisogno», bipede e quadrupede si allontanano fischiettando (sì, Kurz è particolarmente intelligente, e riesce anche a fischiettare).

Ma da oggi la pacchia è finita. Il sindaco Claudio Costello ha deciso di metter un freno idraulico alla pipì di Kurz e di tutti i suoi simili (simili a Kurz, non al sindaco). Fatto sta che il padrone che verrà sorpreso a non lavare la pipì appena fatta dal proprio animale sul «pubblico terreno» andrà incontro a una «sanzione amministrativa» da 25 a 150 euro. La differenza è sostanziosa. Domanda: l'entità pecuniaria della multa non dipenderà mica dalla stazza della bestia rea dell'infrazione urinaria? Sul punto la normativa del primo cittadino chiavassese scivola via, limitandosi a precisare che il padrone del cane «dovrà sempre avere con sé una bottiglietta di liquido igienizzante per lavare il marciapiede in caso di bisogno». Bisognino o bisognone che sia. Di conseguenza paletta e sacchetto non bastano più: ora nell'area municipale di Chivasso gli amanti dei cani dovranno tenere con una mano il loro amico a guinzaglio e con l'altra tutto l'armamentario sanitario «atto a garantire il decoro urbano». Una curiosità: ma se Kurz fa pipì su un tronco o in giardino, il padrone deve «igienizzare» lo stesso? O la legge vale solo per pipì su strade, muri o - peggio - vetrine di negozi o cerchioni di autovetture? Urge un supplemento regolamentare.

Nessun dubbio, invece, sulle multe alle simpatiche «gattare» che abbandonano avanzi di cibo in strada e alle, ancor più simpatiche, «piccionare» che trasformano le piazze in discariche di pane raffermo. Amici di gatti e piccioni? Forse sì, ma certo incivili assai. Come conferma lo stesso sindaco Costello, il quale - pur facendo di nome Claudio e non Elvis - ha deciso di cantargliele ai zozzoni: «Purtroppo il comportamento di alcuni proprietari genera degrado nelle vie della città, anche quelle del passeggio in centro, come via Torino. Molti cittadini si sono lamentati e quindi è stato deciso il giro di vite».

A pochi chilometri, nel comune di Carmagnola (Torino), si ricorre addirittura all'«analisi del dna delle deiezioni canine». È un lavoro sporco. Ma qualcuno deve pur farlo. I vigili urbani, nella fattispecie. Chissà come sono contenti. Ma l'assessore all'Igiene di Carmagnola, Massimiliano Pampaloni sa di essere nel giusto: «Il problema della mancata raccolta delle deiezioni canine è molto sentito dai cittadini». E, quando ne pesti una, è ancora più «sentito». Altro che «portare fortuna»..

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