Cronache

"Un uomo senza più senso dopo essere stato lasciato.Ecco il delirio di possesso"

La psicologa: è stato un orrore contro la vita L'assassino ha voluto punire le sue vittime

"Un uomo senza più senso dopo essere stato lasciato.Ecco il delirio di possesso"

Uscire all'alba per andare a compiere una strage contro la tua stessa famiglia. Sparare addosso a tua moglie, alle tue figlie. Due bambine di sette e tredici anni, le estati passate insieme in vacanza, il primo giorno di scuola, i regali da lasciare sotto l'albero le mattine di Natale. Spazzare via tutto. Lo chiamano gesto di follia. «Un orrore contro la radice della vita, contro le donne». La professoressa Maria Rita Parsi è stata per quattro anni all'Onu, fino al 2017 eletta al Comitato per i Diritti del Fanciullo, con il compito di verificare che tutti gli Stati aderenti alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo ne rispettassero gli obblighi.

Come può un padre guardare un figlio e ucciderlo?

«Si chiama invidia del grembo. Il dare morte è un potere assoluto. È questo che ha voluto sperimentare quest'uomo che non voleva accettare la separazione dalla moglie. Una persona che si sentiva totalmente svuotata di senso, impoverita e privata di ogni punto di riferimento e dunque di controllo, di perdita del potere appunto».

E cosa c'entrano le figlie?

«Anche loro due donne, simbolo di continuità dell'esistenza, laboratorio che fabbrica la vita, il grembo appunto. Lui ha voluto spezzare questo circolo, in un delirio di invidia di potere. Un orrore che si è consumato sulla pelle di queste due povere bambine».

Uccidere i figli perché non si accetta la separazione è una modalità solo maschile?

«Assolutamente no. Purtroppo c'è Medea che insegna. Lei uccide i figli per punire il marito che lascia vivo. Un senso distorto del possesso, non riuscire a distinguere, e usare i bambini come pedine, vere vittime sacrificali di queste atrocità».

Oggi si scopre che le bambine non volevano più incontrare il padre. Perché le istituzioni non sono intervenute?

«Perché nessuno ascolta davvero la voce dei bambini. Gli assistenti sociali ad esempio, perché non hanno raccolto le ansie di queste figlie? Non sono state in grado di proteggerle? In certe situazioni non sempre gli incontri protetti con un genitore sono la soluzione. E questo era evidentemente un caso. Purtroppo invece si tende sempre a considerare i bambini in funzione della coppia e mai come individui indipendenti, con una loro volontà, dei loro diritti, una loro voce. Vengono invece percepiti come incastrati in un rapporto negativo tra adulti, di malesseri e incomprensioni che li sovrasta e li divora. I bambini troppo spesso diventano solo strumenti a loro volta di questi giochi al massacro tra grandi. Semplicemente pedine che si devono adattare alle esigenze degli adulti».

Cosa le hanno insegnato gli anni all'Onu?

«Che contro i bambini si commettono atrocità disumane. Attenzione, i primi anni di vita sono per loro fondamentali. Determinano il carattere, la stabilità mentale. I primi dieci anni sono tutto. Da lì dipende il futuro. Loro e del mondo che verrà. E guai a calpestarli. Una società che non tutela i diritti dei minori non ha futuro».

Si riferisce all'Italia?

«Anche. In questa campagna elettorale non ne ho sentito mai parlare. I bambini hanno il diritto alla salute mentale dei loro genitori così come i cittadini da parte di chi pretende di governarci. Emblematico poi che la donna avesse già fatto un esposto. La vulnerabilità delle donne è inammissibile».

Che ruolo hanno i bambini oggi nella società?

«Purtroppo non c'è abbastanza sensibilità sul rispetto dei più piccoli. Violenza declinata in tutte le forme. Orribile. E ripeto: un mondo che non tiene conto dei valori dell'infanzia non ha grande futuro».

Cosa fare?

«Prevenzione è una parola fondamentale. Per iniziare i politici dovrebbero cominciare a studiare i 54 articoli dei diritti dei bambini stilati dall'Onu. E poi le istituzioni dovrebbero farsi un esame di coscienza.

Uno su tutti: come si può essere così superficiali? Non aver effettuato controlli su un uomo del servizio pubblico a cui noi dovremmo affidarci».

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