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Usa, 160 medici nel mirino: oppioidi ai pazienti

Sono sospettati di aver assuefatto i malati all'eroina. In totale 600 indagati nell'inchiesta

Usa, 160 medici nel mirino: oppioidi ai pazienti

C'è una cosa, negli Stati Uniti, che uccide più delle armi e degli incidenti stradali. Un fenomeno quadruplicato dall'inizio degli anni Duemila a oggi, e che continua a mantenersi su livelli preoccupanti. Si tratta delle morti per overdose di oppioidi. Dipendenze fatali, che però non nascono in contesti illegali, bensì dal dottore e dal farmacista di fiducia. Ieri il Dipartimento di giustizia Usa ha emesso i primi arresti nell'ambito di quella che ormai viene chiamata la «crisi degli oppioidi», accusando centinaia di medici e professionisti di aver prescritto farmaci che creano dipendenza causando decine di migliaia di vittime e un danno da 2 miliardi al sistema sanitario nazionale.

Secondo i dati dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, organismo di monitoraggio della sanità pubblica americana, nel 2016 i morti per overdose di oppiacei negli Stati Uniti sono stati 42mila (su 64mila deceduti totali per abuso di droghe): 115 al giorno, uno ogni 12 minuti. Le cifre relative al 2017 non sono ancora disponibili, ma sono state stimate in 71mila le persone a rischio di overdose. Numeri che dal 2000 al 2015 si sono quadruplicati e che vanno di pari passo con quelli delle prescrizioni di antidolorifici oppiacei, che contengono cioè principi attivi derivati dell'oppio (come l'eroina). Nel ventennio dal 1991 al 2011, le ricette di questo tipo di medicinali sono passate da 76 a 219 milioni. In cima alla lista c'è il fentanyl, farmaco circa cento volte più forte della morfina, ma altrettanto pericolosi sono l'idrocodone (Vicodin) e l'ossicodone (OxyContin, Percocet, Percodan, Tylox). Il problema è che questi antidolorifici provocano dipendenza, proprio a causa del fatto che contengono oppioidi. E così, quando la ricetta scade, i pazienti ormai assuefatti si rivolgono al mercato nero per procurarsi l'eroina, che è anche più economica. Secondo il Dipartimento della salute statunitense tre quarti dei tossicodipendenti ha cominciato così.

Sono 600 le persone messe ora sotto indagine dal Dipartimento di giustizia Usa, in quella che le autorità hanno definito come la più grande operazione a contrasto di una frode del sistema sanitario mai effettuata nella storia americana. I danni causati si aggirerebbero sui 2 miliardi, tra programmi sanitari statali e assicurazioni. Tra i 600 imputati ci sono anche 162 medici accusati di aver prescritto e distribuito gli antidolorifici oppiacei in questione, noncuranti della dipendenza che provocano in chi ne fa uso. «Alcuni dei nostri più fidati professionisti guardano ai loro pazienti e vedono un possibile guadagno», ha commentato giovedì il procuratore generale americano Jeff Sessions.

Le accuse rappresentano il primo passo per riconoscere il fenomeno e cercare di contrastarlo. Da parte sua, il presidente Donald Trump aveva dichiarato lo stato di emergenza nazionale a novembre, quando è scoppiato lo scandalo grazie a un'inchiesta del Washington Post.

Ma oggi, a più di 7 mesi di distanza, non sono ancora stati trovati i fondi per curare le vittime di questa epidemia.

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