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Usa, tutti i numeri del voto Record di spese: 5 miliardi

Oggi i risultati. Mai così tanti elettori si erano espressi in anticipo (36 milioni). Costi su del 35%

Usa, tutti i numeri del voto Record di spese: 5 miliardi

New York A due anni dall'ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, l'America si è recata alle urne non solo per il rinnovo del Congresso, ma anche per quello che è considerato un vero e proprio referendum sull'operato del presidente Usa. I cittadini sono stati chiamati a eleggere tutti i 435 membri della Camera e un terzo del Senato (quest'anno 35 seggi su 100), oltre ai governatori di 36 dei 50 stati Usa (con i repubblicani che devono difenderne 26, i democratici 9, uno è indipendente). Dal 2014 il Grand Old Party ha il controllo di entrambe i rami di Capitol Hill, alla Camera con una maggioranza più ampia, al Senato con 51 seggi su 100. In attesa dei dati finali sull'affluenza, le elezioni di Midterm di ieri hanno già fatto registrare almeno due record, a partire da quello del voto anticipato, con oltre 36 milioni di elettori che hanno espresso la loro preferenza prima del 6 novembre. Una cifra che supera quella di ogni altra elezione di Midterm (quattro anni fa sono stati meno di 20 milioni).

Ieri, dalla East alla West Coast, si sono registrate lunghissime file alle urne, nonostante il maltempo che imperversava soprattutto sulla costa orientale: un segnale che i dati sull'affluenza potrebbero toccare i livelli da primato della fine degli anni Sessanta. Inoltre, il voto di metà mandato 2018 ha già incassato un altro primato: è stato il più costoso, con oltre 5 miliardi di dollari spesi, segnando un +35% rispetto al 2014. E in Texas, nella sfida per il Senato tra il repubblicano Ted Cruz e il democratico Beto O'Rourke, sono stati spesi oltre 93 milioni di dollari, superando il record precedente raggiunto nel 2000 da Hillary Clinton e Rick Lazio nella corsa al seggio in Senato per lo stato di New York.

Tra i candidati ci sono stati un numero senza precedenti di donne, persone di colore e membri della comunità Lgbt. I volti del cambiamento sono stati 410 sui 964 totali, spiega un'analisi del New York Times: 272 donne, 215 neri, ispanici, asiatici, nativi americani, e 26 dichiaratamente omosessuali, lesbiche, bisessuali o transgender. Mentre il numero di candidati uomini e bianchi - il 58% - è stato il più basso delle ultime quattro elezioni. In molti stati Usa si è votato anche per un'ondata di referendum, dallo spinello libero alla schiavitù. In Colorado, gli elettori sono stati chiamati a esprimersi sulla possibilità di rivedere la Costituzione per l'abolizione di alcune norme sulla schiavitù, che è già illegale nello stato, ma non se usata come punizione. In Michigan si è votato per la legalizzazione della marijuana per uso ricreativo, mentre in Utah e Missouri per il via libera della cannabis per uso medico. A San Francisco, invece, è stato proposto di tassare la Silicon Valley: la «Proposition C» prevede un contributo dello 0,5% sui ricavi netti delle società con fatturato superiore ai 50 milioni di dollari per far fronte all'emergenza dei senzatetto.

In South Dakota, gli elettori sono stati chiamati a votare una misura che aumenta le tasse sul fumo per finanziare le scuole e ridurre le elevatissime rette universitarie per gli studenti.

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