Politica

Vaccini, bomba carta contro la Lorenzin

La protesta degenera: a Bergamo ordigni (inesplosi) e volantini puntano il ministro

Bergamo Che prima o poi la dura polemica sui vaccini sarebbe degenerata forse era prevedibile. Quel che non si poteva proprio immaginare, invece, è che si arrivasse a un vero e proprio atto intimidatorio che condanna la decisione di rendere obbligatorie le vaccinazioni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Inneggiano contro di lei i resti di bombe carta, accese ma non esplose, contenenti chiodi e manifesti ritrovati ieri mattina davanti alle due sedi alle due sedi dell'Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) di Bergamo, per la precisione a Ponte San Pietro e davanti al «Papa Giovanni XXIII »di Sant'Omobono Terme. Altri volantini dello stesso tenore sono stati trovati a Villa d'Alma e a Calusco d'Adda.

Su uno dei lati dei volantini contro il ministro della Salute per i vaccini c'è una foto della stessa Lorenzin con una grossa siringa in mano e, alle spalle, tanti zombie. Sotto la scritta «Educazione preparazione azione». Sul retro si legge: «Avete voluto sfondare le porte delle nostre case. Noi veglieremo sulle vostre. Il fuoco dei roghi divampa mentre la nostra fiamma illumina la verità, in attesa del soffio del popolo che tutto purificherà. Per il progresso scientifico contro la dittatura medica, per la libertà di scelta vaccinale». Il tutto, come hanno dichiarato gli investigatori della Digos di Bergamo, porta la firma del Manipolo d'avanguardia Bergamo (Mab), un gruppo di estrema destra già noto alle forze dell'ordine e non solo.

Mentre l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, esprime «solidarietà al ministro per i gravissimi atti intimidatori accaduti nella notte e scoperti dagli operatori delle strutture», puntando il dito contro «chi, su un argomento importante come i vaccini e la salute dei cittadini, sta utilizzando la violenza, inasprendo i toni di un dibattito già di per sé incomprensibile perché mette in dubbio verità scientifiche», Donatella Vasaturo, direttore dell'Asst Papa Giovanni XXIII, si affretta a sottolineare il fatto più importante, cioè che «l'episodio fortunatamente è stato senza esiti per operatori e cittadini che frequentano il presidio di Sant'Omobono».

«Non meno grave, però, la ferita inferta alla convivenza civile e alla fiducia verso chi lavora per la salute pubblica» ha aggiunto Vasaturo. Che ha spiegato come il boom di richieste per le vaccinazioni meningococciche dimostri la consapevolezza dei cittadini sull'efficacia e sulla sicurezza dell'unica forma di prevenzione per malattie ancora pericolose. «Questo - ha concluso il direttore dell'Asst - ci dà le motivazioni per continuare a lavorare quotidianamente e silenziosamente».

PaFu

Commenti