Cronache

La valanga come 4mila tir. E quella mail di allarme che nessuno ha ascoltato

Un sos lanciato dal resort: "Clienti terrorizzati". Gentiloni: più poteri a chi gestisce l'emergenza

La valanga come 4mila tir. E quella mail di allarme che nessuno ha ascoltato

Roma - A Farindola si continua a scavare in condizioni proibitive perché dicono gli uomini del soccorso «la speranza di trovare persone vive c'è sempre». E dopo le prime ore frenetiche a ridosso del dramma si apre il capitolo delle polemiche sulle richieste di aiuto lanciate dall'albergo e rimaste inascoltate e l'allarme sul rischio valanghe mai arrivato.

Il pericolo di nuove valanghe è altissimo. E non solo. La Commissione Grandi Rischi vista la possibilità di nuove scosse ha paventato un «effetto Vajont» sulle dighe nell'area. E il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha convocato per oggi un vertice di crisi. Il premier Paolo Gentiloni definisce «straordinario il livello di emergenza» e promette di «dare ancora più poteri a chi si occupa dell'emergenza: protezione civile e commissario straordinario alla ricostruzione. Per essere più veloci dobbiamo dare poteri più efficaci e straordinari, non possiamo avere strozzature burocratiche».

La preoccupazione resta altissima mentre i carabinieri forestali hanno stimato la potenza d'urto della valanga che ha squassato l'hotel. Una massa pari circa 120mila tonnellate che si è abbattuta sulla struttura ad una velocità di 100 chilometri all'ora con una potenza distruttiva pari a 4mila tir a pieno carico. Nonostante il pericolo molti dei pompieri che hanno estratto i bambini vivi tre giorni fa sono ancora lì al lavoro. Purtroppo ieri è stato recuperato un altro corpo senza vita, un uomo da identificare. Così il numero dei morti accertati sale a sei mentre è stato aggiornato anche quello dei dispersi saliti a 24 perché all'elenco è stato aggiunto il nome di un immigrato. Sarebbe un senegalese che lavorava nell'hotel, un ragazzo di 22 anni addetto alle cucine. Le persone salvate restano 9. Nel corso della giornata di ieri sono stati identificati i corpi delle ultime due vittime recuperate: Rosa Barbara Nobilio, moglie di Pietro di Pietro ancora disperso, e Sebastiano Di Carlo, papà di Edoardo che invece si è salvato insieme agli altri piccoli ma ha perso anche la mamma Nadia. Tra le buone notizie le condizioni in miglioramento dei bambini che stanno tutti bene e dovrebbero essere dimessi dall'ospedale oggi stesso. Dovrà restare ancora in ospedale Giampaolo Matrone, operato al braccio. Il pasticciere romano di 34 anni era accanto alla sua compagna Valentina sotto le macerie ma purtroppo la donna è ancora fra i dispersi. In ospedale sono ancora ricoverati anche Vincenzo Forti, con la compagna Giorgia Galassi, e Francesca Bronzi, la fidanzata di Stefano Feniello, anche lui ancora disperso. Vincenzo ha raccontato all'amico Luigi Valiante di essere sopravvissuto insieme alla ragazza mangiando «ghiaccio, anche sporco perché era l'unica cosa che avevano per mettere qualcosa in bocca». E ora bisognerà cercare di capire perché l'allarme per l'altissimo rischio valanghe lanciato dalla forestale non è mai arrivato a Farindola. E poi c'è la mail spedita da Bruno Di Tommaso, l'amministratore dell'albergo distrutto, indirizzata a tutte le autorità competenti: Provincia, Prefettura, polizia provinciale e al Comune di Farindola. Mail inviata alle 7 del mattino, 11 ore prima della tragedia. Un appello preoccupatissimo che raccontava come «i clienti terrorizzati dalle scosse sismiche» avessero deciso di «restare all'aperto». Si segnalava «l'impossibilità di muoversi a causa della neve che aveva bloccato tutte le strade» e si chiedeva «di predisporre un intervento al riguardo».

Peccato che la turbina a disposizione della Provincia per Farindola fosse guasta dal 6 gennaio e non ci fossero i soldi per ripararla.

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