Politica

Il «valzer» del cassonetto alla deriva nella Capitale

di Massimiliano Parente

«S cusi, sa a che ora passa il cassonetto?». Insomma, mentre a Miami ci si preoccupa di gestire un uragano che viaggia a trecento chilometri all'ora, nella capitale d'Italia, si sa, bastano due gocce di pioggia ed è subito un disastro di proporzioni inimmaginabili: strade allagate, metropolitane bloccate, appelli a non uscire di casa neppure fosse arrivato Godzilla, e non funziona più niente. Tranne i cassonetti della spazzatura. Infatti, in un video diventato virale, un cassonetto prende il largo da solo e si fa un bel giro intorno al Colosseo, sembra quasi vivo, spinto placidamente dal fiume d'acqua in cui si è trasformata via dei Fori Imperiali. Saranno pure fori imperiali, ma l'acqua li inonda che è una meraviglia, qualche turista penserà che sia il Tevere.

In rete gira anche una parodia, con la musica de I pirati dei caraibi, perché ormai i romani sono pronti a ridere di tutto (per non piangere). Insomma, ma che ce frega, ma che ce importa, se l'oste al vino c'ha messo l'acqua. Ora sull'acqua l'oste ci ha messo i cassonetti.

E pensare che Virginia Raggi twittava, due anni fa: «Domani piove, gonfiate i gommoni!». Spiritosa, oggi che scrivi? Domani piove, prendete i cassonetti? Perché no? Visto come navigano bene, potrebbero diventare un nuovo mezzo di locomozione comunale, perfettamente in linea con la filosofia della «decrescita felice» propugnata dal Movimento Cinque stelle (al cui movimento ha aderito spontaneamente il cassonetto).

Anche perché muoversi a Roma con la pioggia è più difficile che fendere i ghiacci dell'Antartide con un coltellino svizzero: i taxi non si trovano, in auto scordatevelo perché è pieno di vigili che vi fanno deviare nella direzione opposta rispetto a dove volete andare (ieri, per accompagnare mia figlia a scuola, ci ho messo due ore perché ho preso la macchina, non sapevo ancora del cassonetto), nelle metro ci piove dentro e quindi meglio chiuderle (i buchi sono troppi), e a piedi, per quanto vicini, bisogna stare attenti (le buche sono troppe, sebbene chiuderle sia il facile tormentone di ogni candidato sindaco in campagna elettorale).

E dunque, ben venga il cassonetto, sia anzi eretto a simbolo della Capitale, sia sostituito al Milite Ignoto il Cassonetto Ignoto, e Sorrentino giri un seguito de La grande bellezza: La grande monnezza. Io finalmente ho capito perché l'azienda che gestisce i rifiuti a Roma si chiama Ama, perché ti ama a tal punto da sostituirsi ai trasporti, se non sai come andare ti offre un'alternativa.

Quindi non tutti i mali vengono per nuocere, è la perfetta soluzione per i grillini, spero che Virginia Raggi colga l'occasione: il cassonetto acquatico è ecologico, non produce Co2, non consuma energia, va da solo come neppure i più avanzati progetti di auto guidate dal satellite, e al contrario dei taxi se ne trova sempre uno: basta montarci dentro e partire, poi dove va va (peggio di come non vai con gli altri mezzi non sarà). Stando attenti che non ci sia dentro a frugare uno zingaro (cosa frequente), nel caso bussare e chiedere gentilmente se vi dà uno strappo.

Adesso scusate ma devo andare, sta passando il prossimo cassonetto, non vorrei perderlo.

Commenti