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Vanno soccorsi in mare ma poi riportati a casa. In Europa fanno così

In Francia, Germania e Spagna i clandestini non varcano le frontiere. L'Italia dopo averli recuperati li rimandi nei posti dove sono partiti

Vanno soccorsi in mare ma poi riportati a casa. In Europa fanno così

Con apprezzabile moto d'orgoglio Matteo Renzi ha mandato a dire agli eurofaraoni di Bruxelles e di Strasburgo che le riforme da farsi in Italia le decide il governo italiano e non la tecnoburocrazia europea. Con altrettanta franchezza dovrebbe proseguire biasimandoli per aver troppo a lungo menato il can per l'aia - prendendoci in giro - sull'immigrazione e i suoi problemi. Che sono soprattutto nostri problemi. Aggiungendo che, per non sbagliare, da ora in poi procederà in sintonia con i Paesi membri e cioè chiudendo le frontiere. Senza arrivare alla severità della Spagna, che ai clandestini che provano a introdursi a Ceuta e Melilla sparano. Ma con la fermezza di Francia e Germania, che dei clandestini impediscono fisicamente l'ingresso. Senza darsi pensiero se il respinto sia mamma con bambino appresso o profugo richiedente asilo politico. Tutti via, tutti fuori.

Imitarle, dunque, significa essere europei, esser «dentro l'Europa». Significa, anche, non perdere d'occhio la spending rewiew : accogliere e mantenere la massa, continuamente in aumento, di «migranti» ci costa una caterva di milioni l'anno e non ce lo possiamo permettere. Per non parlare della questione sociale: l'abolizione del reato di clandestinità o per dirla altrimenti l'aver reso nel Belpaese la clandestinità un diritto umano, oltre a rappresentare un forte incentivo a sbarcare sulle nostre coste ha privato le forze dell'ordine e la magistratura di uno strumento primario per il controllo delle masse migranti e, quando necessaria, per la repressione delle attività malavitose a loro riferite (senza contare quelli che si mettono in proprio, è fatto assodato che criminalità organizzata ormai recluta la manovalanza nelle schiere migranti).

Se per le citate Spagna, Francia e Germania il problema del respingimento è di elementare soluzione - il clandestino non può varcare la frontiera. Resta al di là della sbarra di confine - per noi è tutt'altra cosa. Al di là della frontiera litoranea c'è il mare. Finora abbiamo proceduto con i voli di rimpatrio coatto, la qual cosa significa cinque biglietti aerei per ogni respinto: una andata per costui, due andata e ritorno per la coppia di agenti di scorta. Solo di biglietteria di trasferte e spese inerenti, negli ultimi cinque anni rimpatriare qualche migliaio di «migranti» ci è costato oltre cento milioni. Se dunque, senza doverci svenare, dovessimo prendere a modello la politica dell'immigrazione degli stati membri dell'Ue chiudendo le frontiere all'immigrazione clandestina, non resterebbe che assegnare alla flottiglia di Mare Nostrum nuove regole d'ingaggio. Interdizione (ed eventuale salvataggio in mare) delle «carrette» che si dirigono verso le nostre coste e ciò fatto, rifocillati, curati e rivestiti i «migranti», prua a Sud per ricondurli al porto o lido d'imbarco.

Niente di più corretto, niente di più «europeo».

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