Cultura e Spettacoli

Dal Vaticano a Hollywood Campagna, il sarto dei grandi

È morto a 74 anni uno dei più noti stilisti italiani nel mondo. Vestì pontefici, politici e star del cinema

Dal Vaticano a Hollywood Campagna, il sarto dei grandi

«Le misure di Sharon Stone? Perfette, uno stacco di coscia da manuale. La simpatia di Jack Nicholson? Sconfinata, passerebbe le giornate a far l'amore, lavora solo perché ha 3 mogli e 5 figli da mantenere». Gianni Campagna raccontava storie meravigliose sui suoi clienti vip: le classiche cose che nel mondo della moda nessuno osa dire apertamente ma che tutti invece mormorano. Nato a Roccalumera vicino a Taormina 74 anni fa, è morto ieri a Milano, la città in cui è arrivato nel 1961 per cercare fortuna. Dire che l'ha trovata è poco: quest'uomo piccolo e tondo, dotato di mani d'oro e di un invidiabile senso per le proporzioni, ha vestito legioni di ricchi e famosi diventando amico oltre che fornitore dei personaggi più in vista del mondo.

La sua avventura umana e professionale comincia molto presto. Quinto figlio di una coppia di agricoltori, a sette anni va a lavorare prima in un laboratorio di biciclette (mezzo con cui ha circolato tutta la vita fino a quando non è stato costretto a girare per il centro di Milano con una macchinetta da golf) e poi dal falegname del paese. «Mi ero innamorato della bambina più bella e più ricca di Roccalumera amava raccontare veniva a scuola con l'autista per cui ho deciso di diventare ricco a mia volta, ma ho capito subito che quelli non erano mestieri per me». In realtà aveva perso il padre e non poteva più permettersi di studiare. Ben presto, però, capisce che il suo destino è tagliare e cucire. Va a bottega per un po' dal sarto del paese, poi a 14 anni si trasferisce a Messina e da lì sulle rive del Naviglio dove si presenta con incredibile faccia tosta da Domenico Caraceni, il sarto italiano che ha bagnato il naso ai blasonati sarti di Savile Row a Londra vestendo in il principe di Galles. «Dovete prendermi per forza» dice e Caraceni gli consiglia di fare un corso di taglio e modellismo presso l'istituto Secoli. Il corso costa 10 mila lire al mese, così Campagna torna dal maestro a chiedere aiuto e quello lo prende come collaboratore esterno dandogli 9 mila lire al mese per tagliare e cucire dall'una alle tre di notte. Impara moltissimo in quel periodo, ma la sua forza è stata applicare le sacre regole della tradizione sartoriale italiana anche quando ha lavorato per l'allora nascente industria della confezione maschile con nomi prestigiosi come Facis (Gruppo Finanziario Tessile) Lubiam e Marzotto. A 22 anni vince l'ago d'oro che gli viene consegnato da Agostino Caraceni, cugino di Domenico e in seguito fiero oppositore della vendita del marchio a Campagna.

Il dado però è tratto, l'ex ragazzino siculo con la passione per il ciclismo e la canoa («Il mio cuore faceva 44 battiti al minuto, come quello di Coppi», amava dire) dopo aver aperto la sua prima sartoria in Corso Vercelli, si lancia nel business. Compra prima la storica sartoria di Piazza San Babila e comincia a diventare famoso. La consacrazione arriva negli anni Novanta quando rileva per trenta miliardi di vecchie lire Palazzo Bernasconi in Corso Venezia angolo via Palestro.

Se ne dicono di tutti i colori su questo acquisto ma lui racconta che ad aiutarlo è stato un personaggio dal nome e dalla vita da romanzo: Rick Adams, ex agente della Cia che diventa ricco grazie a Internet. Eccentrico e grassissimo, non trovando vestiti della sua taglia indossava solo giubbotti. «Cipriani lo metteva sempre a mangiare in cucina: nei ristoranti chic americani non entri senza giacca e cravatta» raccontava Campagna. Lui lo veste benissimo così come veste Bill Clinton, Berlusconi, Leonardo Del Vecchio, svariati porporati e perfino qualche Papa tra Woytila e Bergoglio. Compare perfino nei panni di se stesso nel primo remake del film Il caso Thomas Crown, quello con Pierce Brosnan che all'epoca era l'unico 007 in grado di competere con Sean Connery. Lo veste benissimo, 50 capi su misura di grande stile.

Infatti Brosnan nei panni di James Bond che per la cronaca erano firmati Brioni è un bel bisteccone travestito da uomo chic.

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