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Veleni M5s, un audio inguaia il candidato

Forello nel mirino della faida grillina: ombre sull'uso dei fondi di «Addiopizzo»

Veleni M5s, un audio inguaia il candidato

Palermo Il nuovo capitolo della House of Cards grillina a Palermo si apre con un audio rubato, che scuote la campagna elettorale per le amministrative a poco più di trenta giorni dal voto. Una registrazione lunga mezz'ora, diffusa su internet domenica scorsa, getta pesanti ombre sulla gestione dell'associazione antiracket «Addiopizzo» da parte di Ugo Forello, candidato sindaco del Movimento nel capoluogo siciliano. Si accusa l'avvocato e fondatore dell'organizzazione antimafia di aver lucrato sui processi fatti partire dagli imprenditori vessati, e di aver gestito in modo discutibile fondi Pon per un milione di euro. Una storia che i magistrati, si scopre, conoscevano già. L'ex capogruppo alla Camera Riccardo Nuti e le deputate Giulia Di Vita e Claudia Mannino, coinvolti nello scandalo firme false e nemici giurati di Forello, avevano consegnato il file alla procura quattro giorni fa.

A svelare il presunto «sistema» è Andrea Cottone, componente dello staff comunicazione M5s alla Camera ed ex collaboratore del celebre network anti-estorsione. Gli imprenditori, racconta il giornalista, venivano convinti a denunciare il racket e a farsi difendere da uno tra Ugo Forello e l'avvocato Salvatore Caradonna. «Addiopizzo» si costituiva invece parte civile, il che consentiva all'associazione di chiedere il rimborso delle spese legali. I soldi, dice Cottone, finivano però nelle tasche di Forello e Caradonna come parcella.

Parole gravi, pronunciate a luglio dell'anno scorso di fronte ai deputati Riccardo Nuti, Giulia Di Vita, Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo. Tira aria di regolamento di conti, a una settimana dal via all'udienza preliminare per gli onorevoli e gli attivisti coinvolti nel caso firme false. I parlamentari Nuti, Di Vita e Mannino avevano accusato Forello di aver pilotato le dichiarazioni rese contro di loro ai magistrati. Per questa ragione avevano presentato un esposto, poi archiviato. Oggi, per bocca della Di Vita, si dicono stupiti dalla pubblicazione del file ma nel frattempo tornano alla carica con la tesi del complotto, ritenendo la registrazione una prova della trappola.

Forello risponde parlando di «falsità e bugie» e promette querele a pioggia. Stessa cosa fa «Addiopizzo», che respinge le «gravissime ricostruzioni false e diffamatorie» e annuncia richieste di risarcimento danni. Il Movimento fa quadrato attorno al suo candidato e nega che la registrazione dimostri alcunché di illecito. Lo staff di Beppe Grillo denuncia il «violento tentativo» di screditare Forello e minaccia azioni legali nei confronti di chi contribuirà a far girare il video su internet.

Chi di web ferisce, di web perisce.

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