Cronache

VeloX, l'ultima star del web: "L'università? Non mi serve"

Leonardo Nioi ha lasciato gli studi per diventare Youtuber. E in tre mesi guadagna più dei suoi genitori

VeloX, l'ultima star del web: "L'università? Non mi serve"

«Ma come, uno scrittore come te, che ha scritto opere importanti e migliaia di attacchi feroci contro gli altri scrittori accusandoli di essere ignoranti, si è rimbambito dietro a uno Youtuber ventiduenne?», questo mi dicono gli amici. In effetti non accendo mai la tv ma non mi perdo un video di VeloX. Che non legge libri, ma è un mostro a «Call of duty». Non solo lo seguo, ma l'ho anche contattato per conoscerlo, rivolgendomi a lui con una certa deferenza, come un aspirante Jedi che incontra il maestro Yoda. Per chi non sapesse cos'è «Call of duty» (per gli appassionati semplicemente COD): è la saga più famosa di videogame sparatutto, creato dalla Activision nel 2003, e ha incassato più di 10 miliardi di dollari. Da pochi mesi è uscito «Call of duty World War II», un ritorno alle origini dopo i COD più futuristi: niente più jetpack, armi laser e esoscheletri, siamo nella Seconda Guerra Mondiale.

VeloX invece si chiama Leonardo Nioi, è un ragazzo sardo nato nel 1995, quando io stavo finendo l'università e già stavo per pubblicare il primo libro. Voglia di studiare nessuna, si è iscritto a Scienze della comunicazione ma ha lasciato subito, si annoiava. «I miei genitori erano preoccupati, e all'inizio mi hanno ostacolato», mi dice. «Com'è naturale. Vedere un figlio che passa ore a giocare alla Playstation non è proprio il massimo, per dei cinquantenni». A lui interessavano, oltre alla musica digitale e alla grafica, Youtube e COD (di cui è diventato un player pro), convinto di poter concretizzare qualcosa. All'inizio del 2016 gli fu dato un ultimatum: tre mesi di tempo. Bene, in questi tre mesi Leonardo è arrivato a avere 100mila iscritti. Oggi ne ha 350mila, posta tre video al giorno, ciascuno con una visualizzazione media immediata di 60mila persone. Al che i genitori hanno cominciato a vedere le cose diversamente, anche perché con Youtube si guadagna (se hai i numeri). Le cifre non sono chiare, e Leonardo non mi rivela esattamente la cifra (non lo fa nessuno youtuber), ma si parla di un euro ogni mille visualizzazioni (fatevi qualche conto). Oggi può essere una professione, se vi riesce. Ma essere seguiti non è facile come sembra, ci provano in tanti, ci riescono in pochi. VeloX potrebbe guadagnare molto di più, ogni giorno lo contattano aziende per fargli sponsorizzare i prodotti, lui non ama farlo, perderebbe di autorevolezza e autonomia. Problema che Chiara Ferragni non si pone, con la differenza che lei non sa tenere un joypad in mano, infatti seguo VeloX, mica lei.

Non c'è solo VeloX che posta video su COD, ci sono anche altri simpatici ragazzi, come Lama Laggante, Mancu e Blur. Ma VeloX ha una marcia in più. Parla e ragiona in diretta durante le partite, ha un ottimo italiano, senso dell'umorismo e della logica, ed è brillante come uno dei migliori conduttori radiofonici o televisivi. Lo vedi muoversi come un fulmine e fare strage di giocatori e a ogni uccisione esclama il famoso: «Let's go!». Lui non leggerà mai i miei romanzi, ma io studio i suoi video, per migliorare, e perché adoro vederlo e sentirlo parlare. È l'idolo di centinaia di migliaia di ragazzini: se ve ne trovate durante una partita online, e gli chiedete di VeloX, vi saprà dire tutto, vita, morte e miracoli (molti miracoli, come il record mondiale di tempo nel gioco delle armi, una modalità di COD). Per loro è più famoso VeloX di Paolo Bonolis. VeloX tra l'altro ha avuto delle trovate uniche, per esempio realizzare una serie di Scherzi a parte su COD: invita amici e li trolla, come si dice in gergo. A proposito di gergo, voi adulti, anzi voi vecchi se avete più di quarant'anni (è vero che si vive di più, ma si diventa obsoleti prima), dovete studiare, altrimenti non capirete mai i vostri figli. Non si uccide, si killa. Non si spara alla testa, si headshotta. Non ci si volta per killare un nemico, lo si turna. Non si riappare una volta morti, si respawna. Non si recupera una partita che si sta perdendo, si comebacka. Io, pur avendo iniziato a giocare con l'Atari negli anni Ottanta, all'inizio non capivo niente, ora mi sono abituato, e chi mi conosce, più che sentirmi parlare di Proust, può sentirmi dire frasi del tipo: «Sono riuscito a comebackarli, ne ho killati un sacco mentre spawnavano, ma mi gestivo bene lo spot e gli ultimi due li ho challengiati da solo, mi sentivo VeloX». Ma perché proprio COD? Di videogiochi di guerra ce ne sono tanti. «Perché sei totalmente immerso - dice Leonardo - hai il controllo del tuo personaggio, non come in Battlefield, dove i movimenti sono più lenti. In COD sei tu e i tuoi avversarsi, senza rallentamenti, senza niente nel mezzo».

Qualcuno starà pensando che forse Leonardo avrebbe fatto meglio a continuare a studiare, anzi ci pensa lui stesso: «Mi pento di non aver continuato l'università, ma solo per una questione di stabilità». A parte che potrebbe tornarci anche domani, vista l'età, ma forse non sa che c'è un ministro della Pubblica Istruzione che non ha una laurea e sbaglia i congiuntivi quando scrive al Corriere.

Inoltre, per quanto mi riguarda a Scienze della Comunicazione Leonardo, o meglio VeloX, potrebbe tornarci subito: a insegnare.

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