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Vendola imbarazza la sinistra. Persino la Boldrini si smarca

Irritazione nel Pd per la paternità del leader di Sel. La presidente della Camera: riserve sulla maternità surrogata. "Famiglia cristiana" attacca: non era il paladino dei poveri?

Vendola imbarazza la sinistra. Persino la Boldrini si smarca

Nel Pd lo definiscono «il geniale tempismo di Nicky». Con una notevole percentuale di sarcasmo. L'entusiastico annuncio della nascita del piccolo Tobia, figlio del leader di Sel Vendola e del suo compagno, è piovuto a proprio nel bel mezzo dell'iter tormentato del ddl sulle unioni civili (appena approdato in commissione Giustizia alla Camera) e mentre i Democratici danno il via alla «ampia discussione» interna sul progetto di riforma delle adozioni, che mercoledì sera sarà all'ordine del giorno dell'assemblea del gruppo e nel quale dovrà trovare collocazione anche la vexata quaestio della stepchild adoption.

Un tempismo inopportuno, perché riapre la vociante polemica appena sopita dallo stralcio delle adozioni dal testo del ddl Cirinnà, e ne mette a rischio l'iter, che il Pd vorrebbe rapido e tranquillo, intrecciando nuovamente la questione delle unioni gay con quella della stepchild. Attorno al caso Vendola si registrano a sinistra reazioni assai prudenti quando non imbarazzate. Una per tutte, quella di Laura Boldrini, che pure a Vendola deve molto (fu lui a candidarla) ma che oggi prende le distanze trincerandosi dietro al politically correct in voga tra le femministe: «Personalmente ho molte riserve sulla maternità surrogata - dice la presidente della Camera -. Specialmente quando sono giovani donne di Paesi poveri a prestarsi per conto terzi è una pratica che si presta allo sfruttamento del corpo della donna». Attacca Vendola anche il settimanale Famiglia cristiana: «Per soddisfare un suo desiderio il paladino dei poveri e degli oppressi è andato all'estero come un facoltoso signore, ha reso orfano della madre un bambino e ha eluso la Costituzione e le leggi della Repubblica». Sulla questione il premier evita di intervenire, ma nella enews settimanale diffusa ieri bastona con energia gli «opposti estremismi» che si confrontano sulla legge per le unioni civili, ai quali - avverte - non si concederà più «diritto di veto e di blocco» perché «le riforme vanno avanti, se necessario anche a colpi di fiducia».

Da un lato gli ultrà cattolici del Family Day, dall'altro quella parte delle associazioni gay che criticano una legge - a loro dire - troppo timida. «O vivono blindati nella propria ideologia, o lo fanno per ragioni di calcolo politico», bolla questi ultimi Matteo Renzi, ben sapendo che a soffiare sul fuoco di uno scontento alquanto immotivato è proprio la sinistra di Vendola e soci, che punta a ridimensionare il risultato ottenuto dal governo per evitare che gli porti nuovi consensi.Ma è sui capi del Family Day che l'ironia di Renzi picchia più duro. Contro le unioni civili, Gandolfini ha minacciato rappresaglie di ogni genere, a cominciare dal «no» al referendum costituzionale. E il premier ha buon gioco a chiedergli: «Che c'entra la difesa della famiglia con la riforma del Senato? Che c'entrano le coppie omosessuali con la cancellazione del Cnel? Nulla». Renzi si dice pronto a raccogliere la sfida: «Se mi inviteranno andrò nelle parrocchie, come nelle realtà del volontariato, a dire il perché è giusto che la riforma passi, che la politica dimagrisca, che le Regioni facciano meno ma meglio», annuncia. Irridendo poi lo stesso Gandolfini: «Una manifestazione, tre telecamere, due talk e zac, la politica politicante lo ha inglobato». L'organizzatore del Family Day non la prende bene, e reagisce con iperboli grilline: Renzi è «quasi un dittatore", l'Italia è in piena "deriva democratica" e quindi lui dirà no alle riforme. Intanto il ddl Cirinnà va verso il secondo voto, quello della Camera. Un voto che il Pd vuole per fine marzo- inizio aprile e definitivo: nessuna modifica al testo, per non tornare al Senato.

L'accordo con Ncd (a patto di toni soft sulle adozioni) c'è, la speranza dei renziani è di arrivare, senza fiducia, ad un voto allargato anche a Sel e pezzi di Cinque Stelle.

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