Politica

Il Veneto fa litigare la Lega Anche Maroni contro Tosi

Il governatore della Lombardia stoppa il sindaco di Verona: «È Zaia l'unico candidato». Salvini: «Assurdo che non venga sabato a Roma»

RomaL'euro, le alleanze, i rapporti con Zaia, il Veneto. Ma alla fine è sempre una questione di soldi. «Mi girano le palle - dice Matteo Salvini - soprattutto a nome dei militanti che pagano la benzina o i biglietti di treni e pullman di tasca loro per arrivare a Roma. Tosi invece alla manifestazione contro Renzi non ci vuole venire, e non è bello da parte di un dirigente pagato». Flavio Tosi però non ci sta: «Io non prendo un euro dalla Lega, il mio unico stipendio è quello da sindaco».

Il Carroccio si separa da se stesso? Quando le discussioni prendono questa piega, quando si parla di denaro, in genere significa che le fratture stanno diventando insanabili. «Con Salvini ci sono sicuramente delle distanze - spiega Tosi -, poi in politica certe volte si riescono a colmare, certe volte no. Tutti vogliono vincere in Veneto, però ci vogliono linearità, coerenza e rispetto per le persone». Ma Tosi, che forse si candiderà contro il governatore uscente Luca Zaia, che contesta la linea lepenista del segretario e che vuole riannodare i rapporti con Forza Italia e Ncd, al momento appare isolato. Gli altri tre big del partito sono contro di lui. Oltre a Salvini e Zaia, ecco anche Roberto Maroni: «Io ho interesse che la Lega torni a governare in Veneto e l'unico candidato per la Lega è Zaia. Fare una lista in più o in meno mi pare un dettaglio, però tutto serve salvo che Tosi si metta a fare il candidato contro Luca».

Neanche Salvini l'ha presa molto bene. «Stiamo preparando il dopo Renzi e c'è uno che fa finta di niente. Se non è convinto del no all'euro e dell'alleanza con Marine Le Pen, mi sta bene, anche se con questa linea ho triplicato i consensi. Ma ciò che mi ha dato fastidio è che abbia detto che non sa se viene sabato a Roma. Ma come? Tanti perderanno la domenica di riposo e si alzeranno prima dell'alba». Poi, sul Veneto: «Nel momento in cui si decide, lui sceglie di polemizzare e mettere in difficoltà il governatore. Non va».

Il sindaco di Verona però insiste: «Per battere Renzi la destra non basta, ci vuole pure il centro. Avere tanti voti non è sufficiente. Pure Grillo ha tanti voti che non servono a nulla». Ma oltre alla linea politica c'è un problema di rapporti interni di potere. «Ci sono ingerenze dei milanesi sulla Liga Veneta - racconta Tosi -. Stanno cercando di modificare lo statuto togliendo autonomia che era stata stabilita di comune accordo quando Maroni diventò segretario. E questo ovviamente come Liga Veneta non si può accettare».

Si va alla rottura? «Con Zaia ci saranno altri incontri, il tempo per un'intesa c'è ancora».

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