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Venti di guerra in Siria: in parlamento si scaldano i motori

Romani: "Il centrodestra alzi la voce sull'assurda minaccia di rappresaglia". Salvini: "No alla guerra". Pd e 5 Stelle: "Governo venga a riferire in Aula". E Martina: "Salvini vuole cambiare alleanze in politica estera?". Gentiloni: "Uso armi chimiche non va mai tollerato"

Venti di guerra in Siria: in parlamento si scaldano i motori

Se Trump bombarda la Siria e la guerra si allarga, l'Italia da che parte sta? Se lo chiedono in molti. Il governo in carica com'è noto non ha pieni poteri. Ma in attesa che ne se formi uno nuovo, cosa può succedere? Nel parlamento da poco insediatosi dopo il voto del 4 marzo scorso c'è fibrillazione.

"La Siria rischia di scomparire, e la prima vittima è il popolo siriano - dice il capogruppo M5s Danilo Toninelli, intervenendo in Aula a Palazzo Madama -. A Duma si è consumata una strage terribile che segue altri attacchi chimici. In questa fase assai delicata riteniamo che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni debba informare tutte le forze politiche sugli sviluppi in corso, anche in virtù della nuova composizione parlamentare emersa dal voto del 4 marzo".

La stessa richiesta arriva dal capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci: "Richiediamo con forza e immediatezza la presenza immediata del governo in Aula per riferire sulle azioni che si stanno mettendo in campo per intervenire. Ciò che sta accadendo in Siria - ha aggiunto - è inaccettabile. L’utilizzo delle armi chimiche va condannato, così come gli autori e mandanti di tale scellerati azioni. Nessuna attenuante per tale cieca violenza che ci ricorda le stragi nazifasciste della fine della seconda guerra mondiale". E sempre dal Pd il segretario reggente, Maurizio Martina, incalza la Lega: "Salvini vuole cambiare le alleanze internazionali del nostro Paese? Se è così, lo dica chiaramente".

Da parte sua Matteo Salvini ha (in parte) già risposto. Non sulle alleanze ma sul no alla guerra: "Chiedo al presidente Gentiloni una presa di posizione netta dell’Italia contro ogni ulteriore e disastroso intervento militare in Siria. Non vorrei che motivi economici, esigenze di potere o il presunto utilizzo mai provato di armi chimiche mai trovate in passato scatenassero un conflitto che può diventare pericolosissimo".

Il senatore di Forza Italia, Paolo Romani, esorta il centrodestra ad "alzare la voce sull'assurda minaccia di rappresaglia rispetto al presunto utilizzo di armi chimiche in Siria e chieda al governo di dissociarsi da tali inopportune eventuali azioni. Non è possibile - prosegue - immaginare che Assad nel momento in cui i ribelli jihadisti di Duma si stanno per arrendere abbia utilizzato armi chimiche che avrebbero scatenato la reazione internazionale. Oltre a essere inutile sarebbe un'idea stupida. Auspico, pertanto, che il governo si dissoci".

Ieri Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, su Facebook aveva scritto: "Siria: una nuova gravissima accusa al regime Assad di aver usato armi chimiche. Ancora una volta nessuna prova concreta. La paura è che qualcuno cerchi un pretesto per scatenare una nuova guerra, che farebbe casualmente molto comodo a chi è uscito recentemente sconfitto dallo scacchiere mediorientale. Fratelli d' Italia non è disposta ad assecondare operazioni spregiudicate di questo tipo".

In serata si fa sentire anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: "Non dobbiamo dimenticarci della tragedia che c’è in Siria e che sembra non finire. L’uso di armi chimiche non può essere in alcun modo tollerato, che le immagini di bambini intossicati non possono lasciarci indifferenti".

Ha poi aggiunto che "se dobbiamo immaginare una soluzione stabile e di lungo periodo, oltre che rispondere ai crimini, dobbiamo lavorare per la pace riportando al centro le Nazioni Unite".

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